Musica, Briga si lascia alle spalle il rap: vado in controtendenza

Foto La Presse - Andrea Ciucci Nella Foto: Mattia Briga

Milano, 29 mag. (LaPresse) –

Se avesse a disposizione una sola parola per descrivere il nuovo album userebbe ‘controtendenza’. E, in effetti, in controtendenza Briga è andato, visto che in ‘Che cosa ci siamo fatti’ abbandona quasi totalmente il rap e l’hip hop, con il quale si è fatto strada passando per ‘Amici’ e si lancia verso una strada maggiormente cantautorale.

“Questo cambio di genere – spiega – era preannunciato. Vengo dal rap, ma sono sempre stato un rapper atipico, con l’utilizzo di ritornelli melodici molto aperti”. E allora, perchè iniziare proprio con le barre e non direttamente con le canzoni? “Non mi ritenevo pronto, ho lavorato tantissimo per arrivare a cantare”. In più, in un momento in cui, appunto, il rap va per la maggiore, Briha ha scelto di distinguersi. Controtendenza, già… “Volevo crearmi un piedistallo su cui ci sono solo io. Non è mia intenzione fare il fenomeno, ma neanche essere uno in mezzo a tanti. E’ una questione stilistica: quest’anno non escono dischi così, ci sono solo io. L’anno prossimo vedremo…”.

Il lavoro di Briga è un concept album, ideato come immaginaria colonna sonora del suo libro ‘Novocaina, una storia d’amore e di autocombustione’. Un’idea coraggiosa, al punto da spaventare inizialmente lui stesso. Ma poi ha imboccato una strada dritta e certa: quella paura è “il pane dei sognatori”. E si è lanciato in un “progetto musicale con una mentalità anacronistica”, fuori dalla logica sforna-hit, in qualche modo lontana dai talent. “Io non mi sono inventato musicista – precisa – non sono qui perché lo ha deciso un programma tv ma perché sono dieci anni che faccio questa roba e so di cosa parlo”.

D’altra parte, però, ad ‘Amici’ è riconoscente: “Ti dà la possibilità di lavorare ogni giorno seguito da professionisti, non sono andato lì per diventare famoso o popolare”. E se qualcuno del mondo del rap ha storto il naso per la sua partecipazione a un talent, Briga con i colleghi ha ottimi rapporti: “Emis Killa non è fan della mia musica, ma ci vogliamo bene, la stessa cosa con Moreno o Fred De Palma. Per quanto mi riguarda, prima di tutto c’è la persona, poi ognuno fa la sua roba”.

Briga ha molti progetti intesta. Così, mentre si augura che il suo romanzo, dopo il disco, possa diventare pure un film, essendo “una denuncia sociale, il quadro della nostra generazione e di questo momento storico di grande confusione”, pensa già all’anno che verrà: “E’ il decennale della mia carriera. Vorrei preparare qualcosa di speciale”.

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