Napoli, duplice omicidio a Melito: arrestato il figlio di Di Lauro

Il 43enne è accusato del duplice omicidio di Domenico Riccio e Salvatore Gagliardi nella prima faida di Scampia, in concorso con altri tre uomini. Ciro Di Lauro fermato ieri insieme a Giovanni Cortese, Salvatore Petriccione e Ciro Barretta

NAPOLI – Arrestato Ciro Di Lauro, il figlio del padrino di Secondigliano, Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo ’o milionario.
Il 43enne è accusato del duplice omicidio di Domenico Riccio e Salvatore Gagliardi nella prima faida di Scampia, in concorso con altri tre uomini. Erano anni bui. Nell’area nord della città c’era una guerra di camorra. Solo quel giorno le forze dell’ordine trovarono quattro persone uccise (tra cui Gelsomina Verde, fatti estranei a questa inchiesta).
I rioni erano sorvegliati da squadriglie armate, che mostravano i mitra anche ai passanti. Si sparava a vista. E ci finivano di mezzo pure i passanti. E chi era in quel momento accanto agli obiettivi dei raid. In questo clima di terrore maturò l’agguato a Melito.

All’alba di ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli investigatori dell’Arma fanno sapere che i militari hanno arrestato presunti “affiliati di spicco del clan Di Lauro, in relazione al duplice omicidio, avvenuto a Melito il 21 novembre 2004”. Le vittime sono Domenico Riccio, titolare incensurato di una tabaccheria (l’assalto di fuoco avvenne nella ricevitoria) e Salvatore Gagliardi. Per i carabinieri non ci sono dubbi: le indagini hanno permesso di raccogliere indizi di colpevolezza e riscontri alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.

Il duplice omicidio sarebbe maturato nel corso della prima faida di Scampia (2004-2005), che vedeva contrapposti in armi dall’ottobre del 2004 il clan Di Lauro al cartello scissionista (formato da Abete-Notturno, Abbinante, Marino e Amato-Pagano). Il clan Di Lauro avrebbe individuato quale obiettivo Gagliardi.

Ed ecco le persone sottoposte ieri alla misura cautelare: Ciro Di Lauro, era libero, Giovanni Cortese, classe 1980, libero vigilato, detto ’o cavallaro (accompagnati al carcere di Secondigliano e difesi dall’avvocato Claudio D’Avino), Salvatore Petriccione, 51 anni, alias Totore ’o Marinaro e Ciro Barretta, detto cicciotto, 45 anni. Petriccione era già detenuto a Voghera per altra causa, come pure Barretta (recluso a Saluzzo). L’ordinanza cautelare di ieri è a firma del giudice per le indagini preliminari Ambra Cerabona.
Il 21 novembre 2004 i killer spararono nel cuore di Melito, entrarono in una tabaccheria di via Salvatore Di Giacomo e fecero fuoco all’impazzata. Uccisi il titolare Domenico Riccio, 49 anni, e Salvatore Gagliardi, 57 anni. Secondo gli investigatori, il 57enne era l’obiettivo.

Le indagini portarono i riflettori sul clan Di Lauro, la potente organizzazione che era capeggiata da Paolo Di Lauro, Ciruzzo ’o milionario, all’epoca latitante da due anni. Alcuni suoi ex fedelissimi avrebbero deciso di mettersi in proprio per controllare le piazze dello spaccio della droga, e questo avrebbe scatenato lo scontro armato. Le due vittime furono trovate dietro al bancone, forse avevano capito quanto stava accedendo e avevano cercato di mettersi in salvo.

In quel periodo le cronache di Scampia finivano nei telegiornali nazionali. L’allora sottosegretario all’Ambiente, Antonio Martusciello, coordinatore campano di Forza Italia, ebbe un lungo colloquio con il prefetto di Napoli, Renato Profili. Espresse tutta la sua propria preoccupazione “per l’allarme sociale che i fatti di sangue, per quanto interni alle bande, suscitano nell’opinione pubblica”.

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