Napoli, proiettili per contendersi la droga

Napoli, proiettili per contendersi la droga
Napoli, proiettili per contendersi la droga

NAPOLI – Due agguati a colpi di arma da fuoco in poco meno di 24 ore. Un ferito e una vittima. Entrambi ritenuti vicini al clan Vigilia. In questi giorni Soccavo sembra una polveriera, ma è tutta l’area di Napoli Ovest ad essere un fibrillazione. Fuorigrotta, Pianura e Bagnoli. Adesso, dopo gli agguati di martedì e ieri, nessuno si sente più al sicuro. Le indagini della polizia sono in corso, ma è facile comprendere che i raid che hanno ferito Antonio Ernano e tolto la vita ad Emanuele De Angelis, siano da inquadrare in una lotta per il controllo delle piazze di spaccio. Un business che fa gola anche ai cartelli criminali di altre zone di Napoli. Nel frattempo c’è da capire come mai i Vigilia abbiano subito due affronti di questa portata negli ultimi due giorni. Martedì mattina a  Soccavo, ovvero nel loro regno, è stato ferito a colpi di arma da fuoco Antonio Ernano, il cognato del boss. Il giorno dopo è stato ucciso un 28enne ritenuto vicino alla cosca dei Vigilia. Le indagini dei poliziotti si sono rivolte subito nei confronti di persone vicine al clan Grimaldi, considerato la cosca antagonista del gruppo di Soccavo. I due gruppi criminali sono in lotta per il controllo delle piazze di spaccio, a cui mirano anche i gruppi egemoni nelle altre zone di Napoli. Si dice in giro che su Soccavo ci siano anche le mire dei Catone, operanti a Miano. Ai mianesi potrebbe dare il suo appoggio il gruppo che fa riferimento a Scognamillo, desideroso dal canto suo di riprendere il controllo di Soccavo soppiantando i rivali dei Vigilia. Il suo sostengo, insieme a quello dei Loffredo, avrebbe permesso ai Catone di allargarsi in periferia, dove il fiorente mercato della droga fa gola a molti. Un’ipotesi che se confermata aprirebbe a scenari inquietanti soprattutto perché i mianesi, che da soli non hanno la forza per conquistare Pianura e Soccavo, sarebbero appoggiati da qualche altra organizzazione criminale, molto più pericolosa.

Terzo morto ammazzato nel 2022

Emanuele De Angelis è la terza vittima di un agguato mortale portato a termine nel capoluogo partenopeo dall’inizio del 2022. Gli altri due che costarono la vita a Salvatore Capone, ucciso in via Leopardi nella notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio e a Enrico Marmoreo, ammazzato la sera del sabato di Pasqua a pochi passi dallo stadio Maradona. Due delitti inquadrati dalle forze dell’ordine nella faida tra gli Esposito-Marsicano e i Carillo per il controllo delle piazze di spaccio di Pianura lasciate libere dal clan Pesce-Marfella. Gli inquirenti cercano collegamenti anche con il delitto di Soccavo, dove ha perso la vita un 28enne ritenuto vicino ai Vigilia. Capone era segnalato come uno degli uomini più in vista del clan Esposito. Marmoreo, ammazzato con 8 colpi di pistola mentre rientrava a casa dalla compagna e dalla figlia, era ritenuto vicino allo stesso gruppo. La lotta per le piazze di spaccio a Napoli Ovest sta diventando sempre più cruenta.

Tre ras nell’ultimo summit di camorra interrotto dagli agenti in via Montagna spaccata

Prendere il controllo delle piazze di spaccio di Pianura eliminando le paranze locali. E’ questo il sospetto degli investigatori che, mesi fa, interruppero un summit di camorra che si tenne in un’officina di via Montagna Spaccata. Quattro le persone arrestate con le accuse di porto e detenzione di armi da sparo e ricettazione. Gli agenti del commissariato ‘Pianura’, infatti, nel corso della perquisizione trovarono due pistole semiautomatiche calibro 7,56, un’altra pistola, anche questa semiautomatica, calibro 9, un coltello a serramanico con una lama da 12 centimetri e, infine, 40 proiettili di varo calibro. Un vero e proprio arsenale perfettamente funzionante e pronto all’uso.
Ciò che colpì l’attenzione degli investigatori, però, non è fu il sequestro delle armi, ma l’identità dei 4 uomini che ne avrebbero avuto la disponibilità. In manette, infatti, finirono finiti Umberto Loffredo, ras della mala di Pianura noto con il soprannome di ‘Padre Pio’, Francesco Scognamillo, nipote del boss Antonio di Soccavo, quest’ultimo strettamente imparentato con i Grimaldi, Gennaro Catone, indicato come uno dei reggenti della cosca di Miano che ha preso il posto dei Lo Russo e il suo autista Michele Sepe. Tre boss di tre quartieri diversi, tutti armati, che si incontrano in una officina fuori mano è un qualcosa che non capita tutti i giorni. Questo lo sanno bene i poliziotti di Pianura che, immediatamente, si sono buttati a capofitto nelle indagini. 

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