‘Ndrangheta, catturato nel cosentino il latitante Francesco Strangio

Il pluripregiudicato dovrà scontare la pena di 14 anni di reclusione e 60mila euro di multa

Foto LaPresse - Stefano Porta

REGGIO CALABRIA – I carabinieri di Reggio Calabria e Cosenza hanno catturato questa notte il latitante Francesco Strangio. L’uomo, in fuga da un anno, è stato rintracciato a Rose, piccolo comune del cosentino. L’uomo si trovava in un appartamento all’ultimo piano di un condominio del centro abitato.

I carabinieri hanno stanato Strangio all’interno di un appartamento in pieno centro

Pluripregiudicato ritenuto contiguo alla cosca Strangio-Janchi di San Luca, Strangio deve scontare 14 anni per narcotraffico internazionale. Per aver negoziato e gestito l’importazione di ingenti quantità di cocaina dal Sudamerica. Hanno preso parte ell’operazione anche i carabinieri dello squadrone Cacciatori di Vibo Valentia.

Strangio, 39 anni, è stato sorpreso da solo all’interno di un appartamento all’ultimo piano di un condominio, in pieno centro abitato. E poi arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Reggio Calabria nel gennaio dello scorso anno. Da quel momento aveva fatto perdere le proprie tracce. Doveva scontare una condanna a 14 anni di carcere per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, divenuta definitiva.

Gestiva il narcotraffico internazionale

Le articolate e prolungate indagini che hanno portato alla cattura del latitante sono state condotte con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Reggio Calabria. E diretta dal procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri. Pluripregiudicato e più volte indagato nell’ambito di operazioni antidroga, Strangio è considerato un vero e proprio broker del narcotraffico internazionale. In grado di gestire in prima persona ingenti approvvigionamenti di cocaina dal Sudamerica.

La collaborazione con le cosche della Locride

È stato infatti più volte riscontrato nel corso del tempo (su tutte, le operazioni ‘Revolution’ della Dda reggina e ‘Dionisio’ della Dda di Milano) come abbia preso parte attiva nell’ambito delle attività di narcotraffico di una più ampia organizzazione, saldamente legata al territorio e alle cosche di ‘ndrangheta della Locride. Le quali controllavano e dirigevano tutte le attività illecite con una capacità di proiezione e di infiltrazione su tutto il territorio nazionale.

Un mercato che disponeva di basi logistiche anche nei principali paesi europei

Le indagini, infatti, hanno permesso di appurare come i membri dell’organizzazione disponessero di basi logistiche e appoggi in tutta Italia e nei principali paesi europei. In particolare Germania, Olanda e Belgio, funzionali ad assicurare l’ingresso e lo smistamento dei carichi di cocaina in Europa. Strangio in stretta collaborazione con Bruno Pizzata, vertice dell’organizzazione che attualmente sta scontando in carcere una condanna a 30 anni, ha personalmente preso parte alle trattative d’acquisto con i narcos sudamericani. E ha organizzato i trasferimenti della droga a bordo di navi cargo con carichi di copertura in diversi porti del nord Europa. Come quelli di Amburgo e Anversa.

Il latitante si nascondeva nel cosentino

L’uomo, forte dell’esperienza acquisita nei trasferimenti transfrontalieri e dei contatti con i produttori sudamericani, ha avuto un ruolo attivo anche nel finanziare le importazioni. Coinvolgendo altri ‘investitori’ nei traffici di stupefacente. Da oltre un anno, ormai, il latitante aveva trovato rifugio sicuro spostandosi tra diversi centri del cosentino, fino ad arrivare un paio di settimane fa nel comune di Rose. Dove aveva individuato nella mansarda all’ultimo piano di un tranquillo condominio il luogo ideale per sottrarsi alla condanna, continuando a gestire i propri traffici illeciti.

La perlustrazione dell’appartamento

All’interno dell’abitazione i carabinieri hanno trovato diverse carte di identità e un passaporto intestati a terzi, acquisiti per essere contraffatti con la sostituzione della fotografia. Aveva inoltre con sé denaro contante (circa 8mila euro ). Nell’appartamento c’erano tre telefoni cellulari parzialmente bruciati all’interno di un camino. E due valigie già pronte per una partenza immediata, nonchè tracce di cocaina su alcuni mobili.

Condannato a 14 anni di reclusione

Tuttavia, l’irruzione repentina dei militari – che hanno dovuto abbattere la porta blindata dell’appartamento con un ariete – non ha lasciato alcun margine di fuga a Strangio. Ponendo fine alla sua latitanza. Ora dovrà scontare la pena di 14 anni di reclusione e 60mila euro di multa. Il 39enne si trova nella casa circondariale di Cosenza a disposizione dell’autorità giudiziaria.

(LaPresse)

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