Nomine al Comune di Napoli, Manfredi vuole imporre i suoi

Commissioni Paesaggio e Toponomastica, resistenze dai ‘ fedelissimi’ e dagli Azzurri. Domani resa dei conti in Consiglio, sul tavolo delle trattative finisce anche Mostra d’Oltremare: accordo ancora in bilico

NAPOLI (Francesco Foco) – Un giorno per trattare. Domani il consiglio comunale di Napoli è chiamato a votare ed eleggere i componenti della commissione Paesaggio e della commissione Toponomastica. La conta è già iniziata, gli interessi sono altissimi soprattutto per la prima. Tutti a Palazzo sostengono che alla fine un accordo si troverà. Per ora non c’è e la quadratura del cerchio avrà un costo politico. Soprattutto per il sindaco Gaetano Manfredi, alle prese con una maggioranza divisa in mille correnti e sottocorrenti. Due le necessità dell’ex rettore. In prima battuta, piazzare almeno tre nomi su cinque nella commissione Paesaggio, che avrà un ruolo fondamentale per le pratiche di condono arretrate. Dagli ambienti manfrediani si parla di alcuni docenti della Federico II, il sindaco pesca in casa. In seconda battuta, bisogna trovare un accordo di massima in coalizione per evitare che le divisioni consentano un blitz del centrodestra, pronto a inserirsi nelle spaccature altrui.

I problemi principali, a quanto pare, arrivano da Azzurri per Napoli, il gruppo di renziani ed ex berlusconiani formato da Annamaria Maisto e Massimo Pepe ma telecomandato da Stanislao Lanzotti e Gabriele Mundo. E paradossalmente dai componenti di ‘Manfredi sindaco’: Luigi Musto, Sergio Colella e Fulvio Fucito viaggiano insieme, mentre Walter Savarese e Gennaro Esposito fanno storia a sé. Chiaramente sulle scelte di domani influisce anche l’elezione prossima in Città Metropolitana, che vede la maggioranza del sindaco impegnata in una conta interna a tratti fratricida. Pesa anche l’immobilismo nelle Municipalità: siamo a marzo e le giunte non ci sono, le 40 poltrone a disposizione ingolosiscono un po’ tutti. A quanto pare, per chiudere la vicenda delle commissioni di domani, sul tavolo delle trattativa è stato messo anche il consiglio d’amministrazione e la presidenza di Mostra d’Oltremare, guidata ancora da Remo Minopoli, fedelissimo di Alessandra Clemente nominato da Luigi De Magistris. Nelle trattative in corso la Mostra è stata solo nominata, non ci sono ancora nomi. Semplicemente, si è aperto un capitolo per chiuderne un altro.

Ma potrebbe non bastare. Bisognerà capire nella giornata di oggi se ci saranno sviluppi, con il primo cittadino obbligato a prendere una iniziativa. O a cedere. Intanto, visti questi chiari di luna, il Pd si è sostanzialmente sfilato. Dal partito non sono arrivate indicazioni, i consiglieri avranno piena agibilità. E’ una variabile, questa, che potrebbe avvantaggiare proprio il sindaco. Non è ancora chiara, infine, la posizione della galassia deluchiana. Gli uomini dello Sceriffo sono sparpagliati un po’ in tutti i gruppi, per questa vicenda non hanno certo avuto indicazioni da Vincenzo De Luca o da Fulvio Bonavitacola. Però l’inquilino di Palazzo Santa Lucia ha forti interessi per le giunte municipali e in Città Metropolitana. Ogni accordo, ogni trattativa verrà condotta tenendo presente questi due aspetti non secondari. La convocazione del consiglio comunale è prevista per domani, è stata anche prevista. Ma qualcuno, in quel di via Verdi, è arrivato a ipotizzare anche un diserzione ragionata dell’Aula per prendere tempo. Fattispecie che ricorda nitidamente l’amministrazione passata e che il primo cittadino vorrebbe evitare a tutti i costi. Vedremo.

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