Ok al ddl anticorruzione, arriva il Daspo ‘a vita’ per i corrotti

Il plauso del procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho: "L'interdizione perpetua significa che chi è stato condannato per corruzione rientri, pur a distanza di anni, in quel 'cerchio magico' che aveva determinato il suo arricchimento. Per questo è fondamentale prevedere una sanzione talmente forte che scoraggi a delinquere"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – E’ arrivato il via libera, da parte del consiglio dei ministri, al ddl anticorruzione. Diverse le misure contenute nel provvedimento, tra cui il Daspo per i corrotti e l’impiego degli agenti sotto copertura.

Le misure anticorruzione

Il provvedimento del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, tra le varie misure, prevede anche il contrasto a mazzette, tangenti e ‘favori’, nonché la procedibilità d’ufficio per l’appropriazione indebita aggravata e l’aumento delle pene nei confronti dei ‘colletti bianchi’ che si arricchiscono con appalti. A tutto ciò si aggiunge anche il Daspo ‘a vita’ per i corrotti.

I vicepremier

Soddisfatto il vicepremier Luigi Di Maio: “Il contrasto alla corruzione permetterà di avere più risorse per il Paese, nonché maggiore fiducia per cominciare a spendere”. Più cauto il vicepremier Matteo Salvini: “La lotta alla corruzione è una priorità, così come quella alle mafie. Nel pacchetto sicurezza ci saranno duri provvedimenti nei confronti della criminalità organizzata. Ma ricordiamo che una persona è innocente fino al terzo grado di giudizio. Siamo un Paese civile, non sono accettabili processi sommari. E’ ovvio però che chi corrompe deve pagare”.

Il Daspo ai corrotti

Il governo incassa anche un pollice alto ‘pesante’ in merito al Daspo. Infatti ad applaudire il ‘giro di vite’ messo in atto dai gialloverdi è il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. “L’interdizione perpetua significa che chi è stato condannato per corruzione rientri, pur a distanza di anni, in quel ‘cerchio magico’ che aveva determinato il suo arricchimento”. E aggiunge: “Abbiamo visto imprenditori condannati per corruzione che dopo 15 anni sono tornati sul mercato e hanno ripreso a ‘lavorare’ con le stesse modalità illegali. Per questo è fondamentale prevedere una sanzione talmente forte che scoraggi a delinquere”.

I tempi della giustizia

A preoccupare però sono i tempi della giustizia. A segnalarlo è Libera, l’associazione antimafia di don Ciotti: “Il Daspo rischia di diventare inefficace se si applicano gli attuali tempi di prescrizione, che sono troppo ristretti quando si ha a che fare con indagini complesse”.

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