Palermo, non fanno rispettare una norma sugli abusi edilizi: citati due ex sindaci

Sotto accusa il comportamento illecito di due ex sindaci e di due responsabili della gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Casteldaccia

Foto LaPresse - Simone Spada 09 Febbrario 2017 Brescia (Bs) - Italia Cronaca Guardia di Finanza , operazione " Laguna 2 " Nella foto: un momento della conferenza stampa

Palermo (LaPresse) – Ritenuti responsabili di un danno erariale di oltre 239mila euro per la mancata attuazione degli obblighi relativi alla normativa sul contrasto all’abusivismo edilizio. Per questo la Procura regionale della Corte dei conti siciliana ha citato a giudizio due ex sindaci. E due responsabili della gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Casteldaccia, nel palermitano. In seguito a un’indagine delegata al Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo, sarebbe emerso che gli amministratori del Comune di Casteldaccia, non osservando quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale sull’abusivismo edilizio, avrebbero consentito agli autori degli illeciti di continuare a beneficiare degli immobili. Senza corrispondere alcuna indennità. Né la tassa sui rifiuti e gli altri tributi previsti, a danno delle casse comunali.

Sotto accusa il comportamento illecito di due ex sindaci e di due responsabili della gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Casteldaccia

Nel caso di accertamento di un abuso edilizio, infatti, la legge impone ai responsabili degli enti locali un iter amministrativo. Che prevede l’ingiunzione a demolire entro 90 giorni.  L’acquisizione gratuita al patrimonio immobiliare in caso di mancata demolizione. L’accertamento formale dell’inottemperanza all’ordine di demolizione. E la trascrizione nei registri immobiliari a favore del Comune. A seguito dell’accertamento dell’abuso, l’immobile, se non demolito nei termini previsti, viene acquisito dal Comune per essere rimosso dall’ente locale a spese dell’autore delle opere abusive. Solo nel caso in cui il Comune dichiari la sussistenza di interessi pubblici superiori al mantenimento dell’integrità dei beni, questi non vengono demoliti.

Nel caso di Casteldaccia, il danno è stato quantificato in termini di mancata riscossione dell’indennità di occupazione che gli enti locali avrebbero dovuto esigere dagli occupanti degli immobili. La Procura contabile lo ha fissato in 239mila euro, pari ai canoni di locazione medi calcolati dall’Osservatorio del mercato immobiliare.

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