Pechino 2022: argento per Brignone nel ‘gigante’. Paris 6° in discesa

L’Ice River si tinge d’azzurro. Federica Brignone regala all’Italia la prima medaglia dello sci alpino ai Giochi di Pechino 2022 con uno splendido argento nel gigante

Foto LaPresse/Marco Alpozzi 07 febbraio 2022 Yanqing, Cina sport XXIV Giochi olimpici invernali - Sci Alpino, Slalom Gigante Donne Nella foto: Federica Brignone, medaglia d'argento Photo LaPresse/Marco Alpozzi February 07, 2022 Yanqing, China sport Beijing 2022 Winter Olympic Games - Alpine Skiing - Women's Giant Slalom In the pic: Federica Brignone, silver medal

PECHINO (Cina) – L’Ice River si tinge d’azzurro. Federica Brignone regala all’Italia la prima medaglia dello sci alpino ai Giochi di Pechino 2022 con uno splendido argento nel gigante. L’oro sfuma per 19 centesimi e finisce con pieno merito al collo di Sara Hector, la più costante tra le porte larghe in stagione, ma la valdostana può comunque esser felice, perché quest’anno ha fatto centro in gigante proprio nella gara più importante, dopo non esser mai andata a podio in Coppa del Mondo. “Questa medaglia mi dà una grande tranquillità e mi toglie un grande peso perché venire all’Olimpiade è bellissimo ma è anche uno stress quando sai di poterti giocare delle medaglie”, ammette a caldo Brignone, tra le favorite per il SuperG di sabato e in lizza per un posto al sole anche in combinata. Intanto, però, si gode un argento “incredibile e vinto di testa, la cosa che mi inorgoglisce di più”.

Partita nella seconda manche con un margine di 1”09 su Gut-Behrami, risalita dall’ottava alla terza piazza, l’azzurra ha controllato benissimo il muro iniziale per poi dipingere una run di altissima qualità, dopo la prima che l’aveva vista terminare col terzo tempo provvisorio. “Non avevo mai fatto due manche così solide in questa stagione in gigante; avevo sempre fatto qualche errorino ed invece oggi ho messo tutto insieme – l’analisi della sciatrice nata a Milano –  Tre giorni fa quando ho messo gli sci su questa neve per la prima volta, ho subito pensato che fosse una neve mai vista in Europa. Ho cercato di abituarmi, cercare di capire cosa fosse il meglio su questa neve L’atleta di La Salle diventa così la seconda nella storia dello sci azzurro a vincere una medaglia nella specialità in back-to-back (a PyongChang aveva conquistato il bronzo) eguagliando Deborah Compagnoni, oro in gigante a Lillehammer 1994 e Nagano 1998. Per quanto riguarda le altre azzurre, ventesimo tempo per la debuttante ai Giochi Elena Curtoni, che ha preso confidenza in vista del supergigante del weekend, mentre Marta Bassino – l’altra carta pesante della Valanga Rosa – è uscita di scena dopo poche porte. Stessa sorte è toccata a Mikaela Shiffrin, una delle favorite per il trionfo finale.

Tra gli uomini, invece, Dominik Paris deve accontentarsi del sesto posto nella discesa libera maschile, disputata tra una manche e l’altra del gigante femminile dopo il rinvio di domenica a causa del forte vento. L’azzurro ha chiuso a 52 centesimi dal vincitore, lo svizzero Beat Feuz (sul podio anche il 41enne francese Clarey e l’austriaco Mayer), una gara senza rimpianti. “Ho fatto del mio meglio, ho dato il massimo – ha raccontato con un pizzico di delusione l’uomo jet della Val d’Ultimo – Uno ci spera fino alla fine, ma non ce l’ho fatta”. Non si può dire lo stesso per Christof Innerhofer, che non ha terminato la propria prova per un errore dopo una manciata di secondi. Il migliore azzurro resta così Matteo Marsaglia, 15° al traguardo. Per tutti, la possibilità di rifarsi è immediata: il superG è in programma già nella giornata di martedì.

(Alberto Zanello/LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome