Pensioni, età più alta per le donne: tonfo delle uscite nel 2018

Crollo ancora più vistoso per il numero degli assegni sociali, colpiti anche loro dall'innalzamento dei requisiti per poterne usufruire saliti di un anno

Foto LaPresse - Marco Alpozzi

MILANO – Brusca frenata per le uscite pensionistiche nel 2018. L’innalzamento dei requisiti anagrafici di vecchiaia per le donne, scattato lo scorso anno, ha avuto come effetto un crollo del numero degli assegni liquidati, scesi di oltre il 20%. Passando dai 607.525 del 2017 ai 483.309 dello scorso anno.

Pensioni, età più alta per le donne

Un andamento che, spiega l’Inps commentando i dati diffusi oggi nel rapporto che aggiorna i flussi previdenziali, potrebbe però essere parzialmente recuperato quest’anno. Quando saranno smaltite tutte le pensioni che hanno una decorrenza precedente.

A partire dal 2018 le donne per poter lasciare il lavoro con l’assegno di vecchiaia hanno dovuto raggiungere i 66 anni e sette mesi, lo stesso livello richiesto agli uomini. Concludendo il percorso di equiparazione avviato con la legge Fornero. A parziale consolazione, l’anno scorso è però aumentata l’entità media degli assegni che sono passati dai 989 euro del 2017 ai 1.103 euro l’anno scorso.

Crolla il numero degli assegni sociali

Crollo ancora più vistoso per il numero degli assegni sociali, colpiti anche loro dall’innalzamento dei requisiti per poterne usufruire saliti di un anno. Da 65 anni e sette mesi a 66 e sette mesi. Qui il tonfo ha sfiorato l’80%. E il numero degli assegni sociali è scivolato dai quasi 80 mila del 2017 a poco più di 16 mila lo scorso anno. Anche in questo caso sono però leggermente aumentati gli importi corrisposti, saliti dai 399 euro medi del 2017 ai 409 euro del 2018.

La possibilità del pensionamento anticipato

Se per gli assegni di vecchiaia il 2018 è stato quindi un anno di svolta, per quelle anticipate, in attesa di quota 100, lo scorso anno non si sono registrate novità significative per la generalità dei lavoratori. Ma è entrata stabilmente a regime la possibilità di pensionamento anticipato con soli 41 anni di contributi, per i cosiddetti ‘lavoratori precoci’ (12 mesi di contributi maturati entro il compimento dei 19 anni di età).

L’Inps nel rapporto analizza anche altri indicatori e mette in luce che, alla luce delle novità introdotte, cresce in misura rilevante il peso delle pensioni di anzianità su quelle di vecchiaia. Proprio perché i requisiti richiesti per quest’ultimo tipo di trattamento si sono innalzati per le donne. Mentre quelli relativi alle pensioni di anzianità sono rimasti uguali all’anno precedente.

Pensioni di invalidità, aumentato il valore nel 2018

Per il medesimo motivo anche per quanto riguarda il peso delle pensioni di invalidità su quelle di vecchiaia l’indicatore statistico risulta più elevato nel 2018 rispetto all’analogo valore del 2017. Mentre la relazione si inverte nell’indicatore che rappresenta il peso percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili proprio a causa dell’innalzamento previsto per le donne dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.

Un focus l’Inps lo riserva anche all’analisi delle differenze territoriali che registrano nel 2018 un innalzamento delle pensioni liquidate al Nord. Salite al 54% del totale, rispetto all’analogo indicatore del 2017 pari al 50%.

(AWE/Lapresse/di Paolo Tavella)

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