Piemonte, la Regione conferma aumento borse di studio di Medicina generale

Per il triennio 2018/2021 la Regione Piemonte erogherà 119 borse di studio di Medicina generale, confermando l'aumento del 50% avvenuto negli ultimi anni. Le borse sono infatti passate dalle 80 del triennio 2014/2017, alle 110 nei trienni 2015/2018 e 2016/2019, alle 120 nel triennio 2017/2020.

Torino, 5 giu. (LaPresse) – Per il triennio 2018/2021 la Regione Piemonte erogherà 119 borse di studio di Medicina generale, confermando l’aumento del 50% avvenuto negli ultimi anni. Le borse sono infatti passate dalle 80 del triennio 2014/2017, alle 110 nei trienni 2015/2018 e 2016/2019, alle 120 nel triennio 2017/2020. Considerando anche i medici iscritti al corso prima del 31 dicembre 1991. Il totale degli iscritti per il triennio 2017/2020 è salito a 138. Lo ha sottolineato oggi pomeriggio l’assessore regionale alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, rispondendo a un’interrogazione in Consiglio regionale. Il Piemonte continuerà così a essere una delle regioni con maggior numero di borse concesse, sia in termini assoluti che in rapporto alla popolazione, nonostante l’adozione di nuovi criteri di ripartizione dei fondi a cui la Regione ovvierà integrando lo stanziamento ministeriale: la Giunta regionale aggiungerà una quota di circa 400mila euro per la programmazione e la gestione dei corsi.

Le parole

“E’ necessario, in ogni caso, che il Governo incrementi le risorse a disposizione. Precisa in un comunicato l’assessore alla Sanità, anche in qualità di coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Nel primo incontro che avranno con il nuovo ministro della Salute, le Regioni solleciteranno fra le priorità l’aumento dei fondi destinati alle borse di studio per la Medicina generale e per la specialistica, chiedendo di poter utilizzare anche le risorse vincolate dagli obiettivi di piano del Fondo sanitario nazionale. Si tratta – ha aggiunto l’assessore – di portare avanti il percorso che avevamo intrapreso nei mesi scorsi per superare la carenza di medici di medicina generale e di specialisti, che rischia nei prossimi anni di mettere in pericolo l’erogazione dei servizi e la stessa tenuta del sistema sanitario pubblico”.

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