Rai, Soldi: “Con le intrusioni della politica diventa più fragile”

L'intervento della presidente

TORINO – “Sì, rispetto agli editori privati, alle televisioni commerciali, la Rai ha e deve sentire una responsabilità in più”. La presidente Marinella Soldi in un’intervista a La Stampa lo dice senza voler fare polemica, senza entrare in decisioni che non le competono, ma anche senza indugiare. Nel suo ufficio al settimo piano di viale Mazzini sono accesi i canali Rai. Lei ha fatto risintonizzare gli altri schermi su quelli internazionali. Perché è di questa rete che il servizio pubblico italiano dovrebbe sentirsi parte. È con l’estero, con le possibilità che ha di interagire fuori dal nostro Paese, che la tv pubblica dovrebbe misurarsi per crescere, cambiare, evolversi. In una parola, salvarsi: “Se non lavoriamo su questo oggi, se non intercettiamo il pubblico giovane che ci ha premiati davanti a Sanremo – e che probabilmente tornerà per Eurovision, dal 10 al 14 maggio prossimi a Torino – tra qualche anno ci saranno persone che non pagano il canone perché non sanno cos’è la Rai. A volte non ci rendiamo conto di quanto il cambiamento, davanti a cui molti resistono, sia urgente. È la nostra sfida e i nostri competitor sono anche Youtube, Netflix, Amazon, i social network”.

‘Impressiona che ancora una volta sia la politica a dire alla Rai cosa fare. Da anni i governi giurano di volerla liberare dai partiti, senza mai farlo. Fino all’ultima nomina. Bisogna cambiare?’ “Ci sono tantissimi modelli di governance per un servizio pubblico. Da noi è il Parlamento, che è l’editore, a scegliere il cda, per definizione quindi specchio della politica. Ma una cosa è avere un quadro di riferimento, una visione ampia e strategica che riflette quel che il Paese chiede con il voto; un’altra è vedere la politica coinvolta nella contingenza specifica, nella singola scelta. L’intromissione nelle specificità rende l’azienda molto più fragile”.

(LaPresse)

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