Regionali in Campania, l’europarlamentare Pd Ferrandino: “Dialogo coi grillini ma non accetteremo alcun veto”

L’intervista all’esponente del Pd: “La priorità è vincere le elezioni”

L'europarlamentare Pd Giosi Ferrandino

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, da qualche giorno, ha una carta in più da giocare nella campagna elettorale per le Regionali del 2020: la fuoriuscita dal commissariamento della sanità. Nonostante sia una vittoria burocratica e poco reale. Questo basterà a convincere i suoi detrattori che per il centrosinistra non c’è candidato migliore? Il Partito democratico ha ancora qualche settimana per decidere quale strada intraprendere, se correre da solo o tentare di convincere il Movimento 5 Stelle della bontà di un’alleanza campana per fermare il trend positivo che ha visto il centrodestra vincere ogni sfida alle urne fino ad oggi. A fare il punto sulla situazione politica attuale vista da Bruxelles è l’europarlamentare dem Giosi Ferrandino.

Onorevole, per la politica questa è una fase di riorganizzazione. L’Europa come vede quanto succede in Italia?

Maggiore credibilità politica significa maggiore fiducia da parte delle istituzioni europee. Questa premessa mi pare doverosa per comprendere le differenze di approccio dell’Europa nei confronti di questo governo rispetto a quello precedente. Figure di garanzia come Gualtieri all’Economia, Guerini alla Difesa o Amendola agli Affari Europei, contribuiscono ad un clima più disteso e ad una maggiore predisposizione ad accogliere le richieste di maggiore flessibilità da parte dell’Italia. Poi però questo da solo non basta, è chiaro. Serve una accelerata su temi al centro dell’agenda politica ormai da decenni, ma alcune misure contenute nella manovra, penso ad esempio al taglio del cuneo fiscale, che significa più risorse nelle tasche dei lavoratori, mi sembrano in linea con le aspettative.

Creano preoccupazioni le spaccature del governo sul fondo salva Stati? Qual è la sua posizione?

Sul fondo salva Stati c’è più che altro una manovra speculativa di Salvini. Dopo quattro tavoli tecnici ad altissimo livello nei quali ha accettato tutto supinamente, dopo la scellerata manovra estiva che lo ha portato all’opposizione ha pensato di provare a scaricare la responsabilità sugli altri. Gualtieri ha fatto bene a ricordargli che è stata una sua responsabilità.

Tra qualche mese si voterà per le Regionali. Lei è tra coloro che sostengono la ricandidatura di De Luca o tra coloro che pensano sia necessario metterla in discussione?

Io sono tra coloro che pensano che le elezioni si debbano vincere. E’ naturale che il Partito democratico deve partire dalla ricandidatura di De Luca, che del resto in questi anni ha governato la Regione in maniera egregia. Se poi vogliamo dimenticare i progressi fatti in campo sanitario oppure il successo delle Universiadi, significa essere intellettualmente disonesti. Il tema vero però è lottare con le unghie e con i denti per non far finire la Campania in mano alla Lega e per farlo bisogna trovare ampie convergenze intorno ad un progetto di ampio respiro che coinvolga e convinca amministratori locali, categorie, cittadini e ovviamente altri partiti o movimenti che possono affiancarci in questa competizione.

In Campania per avere maggiori possibilità di battere il centrodestra crede sia meglio una corsa in solitaria o tentare un’alleanza con il Movimento 5 Stelle?

Le alleanze devono nascere sulla base dei programmi e della fiducia reciproca, altrimenti è meglio correre da soli. In questi anni i rapporti con il M5S regionale sono stati tesi, a voler essere buoni. Spetta principalmente a loro scegliere cosa fare, ma dovranno poi assumersene la responsabilità. Una cosa è certa: preclusioni da parte nostra non ce ne saranno, a patto però di sedersi insieme e ragionare sui temi. Altrimenti meglio andare ognuno per la propria strada. Non accettiamo veti, così come non ne poniamo.

Cosa pensa degli esponenti politici di diversa provenienza che lavorano a liste civiche senza avere ancora idea di dove collocarsi se nel centrodestra o nel centrosinistra? Si tratta di opportunità o di opportunismo politico?

Nessuna delle due. Credo si tratti semplicemente di una nuova fase storica che sta ridefinendo le ideologie e la funzione dei partiti. Prendete ad esempio En Marche, in Francia. Partito di governo, che ha espresso il presidente Macron e al cui interno convivono sensibilità diverse, che vanno dal socialismo ai liberali. Oggi la politica si coalizza intorno alle idee, non alle ideologie. Noi facciamo ancora fatica ad assecondare questo nuovo modo di intendere il contributo di ognuno alla sfera pubblica, pensando sia una sorta di tradimento delle ideologie tradizionali. La domanda vera è: hanno ancora senso nella società attuale?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome