Rincari del gas, chiudono le aziende

Foto LaPresse - Francesco Moro 18-04-2017 treviglio(Italia)Cronaca : Capannoni industriali in vendita Nella foto:i capannoni industriali abbandonati o in vendita nella aree PiP 1 e 2 a Treviglio Foto LaPresse - Francesco Moro April 18-2017 treviglio(Italia) news:Industrial buildings for sale in the picture:abandoned industrial warehouses or on sale in the PiP areas 1 and 2 in Treviglio

MODENA – Costi del gas elevati, le aziende chiudono. L’allarme è lanciato da Ilenia Gatto, sindacalista della Cgil di Modena che è già stata informata da 13 aziende del modenese della richiesta di cassa integrazione per l’immediata chiusura. La aziende chiedono di “attivare la cassa integrazione per tutti gli addetti – ha spiegato – sempre con la stessa motivazione: scarsità e prezzi alle stelle della sola materia prima che permette di cuocere la ceramica a 1.200 gradi. Ora le aziende risparmieranno, ma gli operai si troveranno il 20% di reddito in meno e bollette di casa moltiplicate di varie volte. Sarà un problema sociale serio”.

Ceramiche

La situazione la sta sperimentando sulla propria pelle Renzo Vacondio, azionista, vicepresidente e amministratore delegato di MoMa Ceramiche, azienda situata tra Sassuolo, Finale Emilia e Fiorano con oltre cento milioni di fatturato e 350 dipendenti: “Se a marzo il gas continuerà a costare come adesso, si farà fatica ad andare avanti. Può darsi ci convenga trasformarci in trader che comprano dai Paesi a basso costo e rivendono. Sarebbe drammatico”. E ha poi aggiunto: “Io ho vissuto il terremoto del 2012. Lo stabilimento di Finale Emilia crollò, ma allora fu più semplice emotivamente: sapevo cosa fare per ripartire, oggi invece l’incertezza è totale. Venerdì – ha concluso – ho l’incontro con i delegati sindacali”

La siderurgia

Medesimo discorso per la siderurgia. Sono già tre o quattro aziende che hanno deciso di non riaprire dopo le vacanze estive. Paola Artioli, azionista unica e amministratrice delegata della bresciana Aso Siderurgica ha con sé 230 dipendenti, fatturando circa 130 milioni. “Lavoriamo a stop and go- ha esordito – In base a commesse, tariffe e quotazioni del gas cerchiamo di incastrare tutto nel minore tempo di lavoro possibile, domeniche incluse. Stiamo facendo fatica, ma noi italiani siamo bravi: veniamo da una selezione darwiniana, l’imprenditorialità ce l’hanno passata i nostri padri nel sangue”

La cartiera

Nel salernitano la Cartesar produce carta da imballaggi per alimentari, farmaci e e-commerce da materiali riciclati che vengono della raccolta differenziata di rifiuti dall’Abruzzo alla Sicilia. “A questi costi del gas non si va avanti – ha spiegato Fulvio De Iuliis. Ma lo stop delle cartiere da riciclo comporterà il blocco della raccolta differenziata, l’accumulo di carta e cartone nelle strade e un aumento dei costi degli imballaggi a causa della scarsità. Abbiamo tanti scarti di produzione – ha aggiunto – ma noi non possiamo ricavarne energia. Invece le cartiere in Germania, in Austria o in Spagna hanno accanto dei termovalorizzatori che producono calore e riducono del 40% i consumi di gas. Noi in Italia paghiamo decenni di errori.

Le piastrelle

Adriano Frascari imprenditore di Castellarano in provincia di Reggio Emilia, con fatturato da 160 milioni è fermo da fine luglio: “Il gas costa molto ovunque. A me sembra che noi europei le sanzioni non le abbiamo messe alla Russia, ma a noi stessi”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome