Rolex, pesce e radio nel carcere di Secondigliano in cambio di soldi: due agenti arrestati e 5 indagati

Nei guai due assistenti capo della polizia penitenziaria: su ordine del gip sono finiti ai domiciliari

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace

Dai profumi alle radio, dai rasoi ai rolex: è la merce che due agenti avrebbero fatto entrare illecitamente nel carcere di Secondigliano in cambio di denaro.

Gianni Fabozzi, 52enne di Santa Maria Capua Vetere, e Luigi Franceschetti, 53enne di Aversa, entrambi assistenti capo della polizia penitenziaria, sono stati arrestati su ordine del gip Roberta Attena del tribunale di Napoli. Ai due indagati, sottoposti ai domiciliari, la procura partenopea contesta il reato di corruzione.

Stando alla tesi degli inquirenti, Fabozzi, difeso dall’avvocato Guglielmo Ventrone, su richiesta di Ferdinando Puca, all’epoca recluso a Secondigliano, in cambio di 350 euro avrebbe portato all’interno della struttura carceraria, per consegnarli al detenuto, macchinette per capelli, radio, profumi, scalda-collo, guanti e orologi.

Fabozzi è finito sotto inchiesta anche per abuso d’ufficio. Avrebbe procurato generi alimentari e diversi beni non consentiti in carcere ad altri detenuti del reparto Ionio riservando loro, inoltre, afferma l’accusa “un trattamento preferenziale”: potevano spostarsi liberamente nella sezione anche negli orari di chiusura delle camere di pernottamento. Il 52enne risponde pure di ricettazione: avrebbe ricevuto per portarli in carcere dei cd musicali contraffatti da Patrizia Capitella.

Fabozzi è inquisito pure per rivelazione di segreti d’ufficio: avrebbe riferito a Gennaro Pezone informazioni riservate in merito  alle “allocazioni dei detenuti” e alle informazioni dei loro trasferimenti.

Anche Franceschetti, affermano gli inquirenti, avrebbe introdotto nel carcere beni non ammessi. In cambio di somme di denaro avute da Rosa Puca e Assia Mazzaralella, rispettivamente madre e moglie di Ferdinando Puca, attestano gli investigatori, ha introdotto nel reparto Ionio un cellulare, una macchina fotografica e pezzature di pesce crudo in occasione del natale del 2015. In cambio di tali condotte l’assistente capo, afferma la procurai, incassò complessivamente 2mila e 500 euro.

Assia Mazzararella, in base a quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe preparato “materialmente il ‘pacco’ dopo aver ricevuto indicazioni dal marito, durante i colloqui qui in carcere, circa i generi da acquistare, le somme di denaro da preparare e i dati relativi all’appuntamento”.

E all’appuntamento, per consegnare i beni a Franceschetti ci sarebbe andata Rosa Puca. Gli incontri tra la donna e l’agente, hanno ricostruito gli investigatori, avvennero in un bar a Sant’Antimo e in un negozio d’abiti da sposa a Secondigliano.

Assia Mazzarella, Ferdinando e Rosa Puca, inquisiti per corruzione, Patrizia Capitela per ricettazione e Gennaro Pezone per rivelazione di segreto d’ufficio, sono indagati a piede libero.

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