Roma, Raggi cerca concretezza: “Sul dl sicurezza non sono morbida, Salvini rispetti i patti”

La sindaca aspetta l'approvazione di leggi, non proclami

Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse Politica Virginia Raggi esce dal Campidoglio per andare in procura Nella foto: Virginia Raggi Photo Fabrizio Corradetti/LaPresse Jun 15 th, 2018 Roma, Italy Politic Virginia Raggi leaving Campidoglio In the photo: Virginia Raggi

Milano (LaPresse) – “Si lavora su due piani, sui quali non sono morbida. Nel decreto sicurezza vanno inserite misure immediate come l’adeguamento dell’organico di polizia locale, ora limitato a meno di 6000 agenti su un fabbisogno di 8000. Discorso diverso è quello di una ridefinizione dei poteri per la Capitale che ha a disposizione gli stessi strumenti di un qualsiasi altro Comune. Basti pensare che uno qualunque dei 15 municipi di Roma conta in media circa 200mila abitanti”.

Sono le parole della sindaca di Roma, Virginia Raggi, in un’intervista al Messaggero parlando di Di Maio che ha annunciato più poteri con emendamento di sicurezza. Il ministro Salvini sembra frenare? “Beh, se fosse vero, dovrebbe spiegarlo ai romani. Nel contratto di governo è scritto forte e chiaro. Sono fiduciosa che verrà rispettato”, dice Raggi. Quanto al rischio di avere posizioni troppo morbide sulla sicurezza per non schiacciarsi su Salvini, Raggi afferma: “Io non sono affatto morbida”.

La sindaca aspetta l’approvazione di leggi, non proclami

“Chiariamo un malinteso – prosegue la sindaca -. Sono a favore della fermezza ma credo che, al di là dei proclami, poi ci si debba seriamente impegnare per risolvere i problemi. E’ necessario fare i conti con la realtà che è molto più complessa di uno slogan. Un esempio pratico: lo scorso anno, il governo decise di sgomberare l’immobile di via Curtatone. Poi toccò al Comune di Roma Capitale occuparsi dell’assistenza dei bambini lasciati per strada – continua Raggi -. Non basta dire ‘sgomberiamo’ senza prevedere un sistema di assistenza per bambini, disabili e le famiglie più fragili. Va predisposto un meccanismo di sostegno ai Comuni, altrimenti non si risolve alcun problema ma si crea una guerra tra poveri con problemi di ordine pubblico. Senza soluzione”.

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