Saldi: partite tre regioni, dal 5 in tutta Italia. Spesa media sale del 3% a famiglia

E' partita la stagione dei saldi: ieri in Basilicata e Sicilia, oggi in Valle d'Aosta. Da mercoledì 5 gennaio anche nel resto della penisola.

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – E’ partita la stagione dei saldi: ieri in Basilicata e Sicilia, oggi in Valle d’Aosta. Da mercoledì 5 gennaio anche nel resto della penisola. Le stime sono in generale positive: secondo l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, sarà il 37% circa delle famiglie ad approfittare delle vendite promozionali, producendo una spesa media di 184,20 euro ciascuna. E’ il 3% in più rispetto al 2020. Un aumento “inevitabile”, lo definisce Federconsumatori, precisando che, nonostante la recrudescenza dei contagi, la situazione per i vaccinati “è migliore” di quella dell’anno scorso.

Ma la crescita della spesa non è uguale per tutti, e si trascina dietro le diseguaglianze create dalla pandemia. Stando alle stime dell’Osservatorio, infatti, la media è in realtà specchio di un forte divario: ci saranno famiglie che spenderanno oltre 300 euro e altre che ne spenderanno meno di 10. Disparità, queste, legate alla situazione economica determinata dal Covid, ma anche “alla forte preoccupazione per i rincari previsti nel 2022, che ammonteranno a circa +1.228,80 euro annui”, spiega Federconsumatori.

Anche la geografia incide sulle previsioni di spesa. Omicron e aumenti dell’energia pesano, soprattutto a Nord. Secondo un’indagine condotta da Confesercenti, in Piemonte si assisterà ad un lieve calo della spesa media, assestata sui 150/180 euro a testa contro i 200 della stagione precedente, ed in generale ad una stagione di acquisti oculati. Più rosee invece le prospettive a Sud. L’apertura siciliana di ieri è stata positiva, stando ai dati forniti da Confcommercio. L’affluenza è stata alta, la spesa minima pari a circa 100 euro a persona. I saldi, in prospettiva, potrebbero coinvolgere oltre un milione e mezzo di famiglie, con una spesa pro capite di almeno 100 euro. Un giro d’affari che si aggira intorno ai 900 milioni di euro. Anche in Campania i saldi sfidano la variante e il rincaro dei prezzi dell’energia. Confesercenti Campania parla di un business per le imprese del territorio, specialmente quelle del settore abbigliamento, che oscilla tra i 240 e i 300 milioni di euro, con una spesa di circa 160/170 euro a persona. Un aumento – seppur lieve – rispetto a quella del 2020, di 158 euro a testa. Attenzione però, dice sempre Confesercenti: “bisogna considerare l’inflazione degli ultimi due anni”. Infatti, la media di 170 euro “nasconde una spesa media fortemente polarizzata: il 47% acquisterà per meno di 100 euro, mentre il 43% spenderà tra il 100 ed i 300. Solo il 6% ha previsto una spesa tra i 300 ed i 500 euro, mentre il 4% più di 500 euro”.

Sui saldi 2022, insieme al covid e al caro prezzi, pesano anche i profondi cambiamenti occorsi negli anni. Lo dice Assoutenti, dopo aver condotto un’indagine per comprendere come e quanto siano cambiate le abitudini di acquisto degli italiani. Il dato emerso è che, in 10 anni, il fatturato dei saldi invernali “ha subito un tracollo del -31%, con le vendite calate di quasi 2 miliardi di euro e consumatori sempre meno attratti dagli sconti di fine stagione”. Furio Truzzi, presidente dell’associazione, ritiene che tale perdita di attrattiva dei saldi sia causata anche “dall’avvento dell’e-commerce” e dei suoi giganti. E per questo Assoutenti – aprendo la porta ad una riflessione pubblica – afferma che è “giunta l’ora di rivedere la normativa sui saldi di fine stagione, che appare obsoleta e inadatta alle opportunità offerte oggi dal mercato, liberalizzando gli sconti e permettendo ai negozianti di concorrere ad armi pari con i giganti dell’e-commerce”.

di Martina Regis

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