Sgambato gela De Luca: “Sul terzo mandato decide Roma”

Camilla Sgambato, dirigente Pd

NAPOLI – La decisione sul terzo mandato del governatore è legalmente di competenza del consiglio regionale, ma politicamente la decisione spetta a Roma. Così la dirigente nazionale del Pd Camilla Sgambato intima l’alt a Vincenzo De Luca.

La segreteria appena varata da Elly Schlein è palesemente sfavorevole a De Luca e da parte sua il governatore lancia frecciate più o meno esplicite al nuovo leader Pd. Che spazi di manovra – se ce ne sono – restano per lui all’interno del partito? Il terzo mandato è ancora un’ipotesi praticabile?
La nuova segreteria ha l’obiettivo di ricostruire il Pd, non di fare la lotta a qualcuno, meno che meno al presidente. Nessuna vendetta, nè liste di proscrizione. Sarà un lavoro duro e capillare quello che dovrà affrontare il commissario Antonio Misiani, partendo dai militanti e dalla forza delle associazioni, del volontariato, delle migliori menti della cultura, dei cittadini mossi dallo stesso impianto valoriale e dallo stesso desiderio di fare della Campania una regione moderna ed inclusiva. Su questo campo c’è spazio per tutti e si può fare buona politica, senza necessariamente rivestire ruoli istituzionali. Quanto al terzo mandato, sono assolutamente d’accordo con la linea della segreteria, che anche Misiani ha ben delineato: la Campania non è uno Stato a se stante e dunque su questo tema ci sarà una linea nazionale. Ho sempre pensato che in un partito si resti e si lavori con generosità, a prescindere dal proprio destino personale.


Cosa pensa dell’ipotesi di candidare Roberto Fico a presidente della Regione?
Abbiamo ancora molto tempo davanti, dobbiamo impegnarci nella costruzione di alleanze, di idee e contenuti, dobbiamo opporci tutti insieme al regionalismo differenziato, fare proposte per risanare la sanità, per dotare la Campania di un sistema di trasporti al passo con i tempi, sostenere le aziende in crisi, incentivare il lavoro delle donne e dei giovani, creare insomma le condizioni per la lotta alla grave situazione di disoccupazione e povertà della regione. Le personalità che potranno affrontare la destra nella prossima competizione elettorale, nel campo largo del Centrosinistra ci sono e sono autorevoli, compresa quella di Roberto Fico. Ma ripeto, oggi è il tempo della ri-costruzione del dialogo sui temi e sulle alleanze.


Non le sembra che con l’elezione della Schlein la bilancia del partito si stia spostando troppo verso i 5 Stelle, allontanando i moderati?
G
uardi, io sono l’esempio di quanto sia errata questa valutazione: provengo dalla Margherita, sono moderata e cattolica e non penso affatto che nel nuovo corso del Pd non ci sia spazio per queste sensibilità. Nella nuova segreteria Elly Schlein ha indicato sia esponenti del partito, sia uomini e donne che provengono dalla sinistra civica, ecologista e delusa dal Pd, che rappresentano quel mondo di sinistra, cattolici inclusi, che pensano che solo con la radicalità nelle scelte, con un’identità chiaramente delineata, si possano riconquistare quei sei milioni di voti persi negli ultimi quindici anni. Comprendo fino in fondo le parole di quanti oggi avrebbero potuto dare un contributo assolutamente alto ed autorevole, ma, oggi, il congresso è terminato e, soprattutto al Sud, non c’è più spazio per le perplessità: la partita è troppo importante e noi abbiamo il dovere di aiutare la segretaria a portarla avanti per vincerla.


In vista delle Comunali si è riusciti a formare il “campo largo” con moderati e 5 Stelle in due fra i principali centri chiamati al voto: Torre del Greco e Marcianise. Quale è la ricetta per estendere questa formula anche ad altre consultazioni?

La ricetta è semplice, anche se complicata qui da noi: abbandonare i personalismi e le vecchie logiche correntizie. Finirla una buona volta con l’autoreferenzialità di un partito chiuso, aprirci alle alleanze, ma nello stesso tempo dichiarare con forza i nostri obiettivi e la nostra visione delle città. Dopo di che dialogare con tutte le sensibilità di quei mondi che hanno molti punti in comune con quella visione.


Primi giorni di attività per i commissari regionale e provinciale di Caserta del Pd. Come le sembra che si stiano muovendo e su cosa dovrebbero prioritariamente agire?

Stanno lavorando fin da subito alacremente per comprendere lo stato dell’arte, per aiutare il tessuto connettivo sano del partito, che è ancora ben presente, vivace e forte nei territori, sebbene demoralizzato per quanto è accaduto. Dovranno aiutarci a riaprire i circoli, ripartendo anche qui dal tesseramento, con regole certe e rigorose, ascoltare gli appelli degli intellettuali e della gente comune. I nostri militanti non aspettano altro: vogliono un luogo di discussione politica in cui sia garantita agibilità, trasparenza e legalità, per poter intraprendere azioni virtuose, che coniughino i diritti civili e i diritti sociali, la lotta alle diseguaglianze con l’attenzione ai progetti del pnrr, la battaglia contro le mafie con il diritto all’istruzione gratuita e il tempo pieno, solo per fare qualche esempio. I commissari saranno presenti entrambi all’iniziativa pubblica che abbiamo organizzato giovedì 13 a Santa Maria Capua Vetere sul tema più importante per noi, cioè il no all’autonomia regionale differenziata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome