Sindacati duri contro il Reddito: “Così com’è innesca guerra tra poveri”

E' quanto affermato dalle tre maggiori sigle sindacali in audizione al Senato sul cosiddetto Decretone

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Salvini

ROMA – Sono i sindacati a lanciare l’ultimo allarme sul Reddito di cittadinanza. La norma cavallo di battaglia dei 5 Stelle, così come congegnata, secondo Cgil, Cisl e Uil rischia di innescare “una vera e propria guerra tra poveri“. E’ quanto affermato dalle tre maggiori sigle sindacali in audizione al Senato sul cosiddetto Decretone.

Un guerra drammatica tra poveri

Una denuncia forte. “La concorrenza” che rischia di crearsi tra vecchi e nuovi precari dell’Anpal: cioè i ‘navigator’ e i lavoratori storici. Ma è solo un aspetto. Un altro rischio è “l’effetto spiazzamento” degli utenti dei centri per l’impiego non beneficiari del reddito i quali potrebbero passare in secondo piano. Gravissima, secondo Cgil, Cisl e Uil, la sospensione di tre anni dell’assegno di ricollocazione per i disoccupati ordinari.

Cgil, Cisl e Uil: Reddito è un ibrido

Ibrido mal congegnato. Il riassunto del ragionamento è sostanzialmente questo. Il Reddito così come strutturato e proposto dal governo gialloverde ha “una molteplicità eccessiva di obiettivi, in particolare nasce con il duplice scopo di contrastare la povertà e garantire il diritto al lavoro. Sebbene questi due obiettivi possano risultare complementari, gli strumenti per raggiungerli, guardiamo agli altri paesi, non sono univoci, quindi riteniamo che una sola misura non sia in grado di ottenere efficacemente entrambi gli obiettivi“. Né contrasto alla povertà né politica attiva per il lavoro “coniuga in modo improprio la povertà come criterio di accesso e le politiche attive come interventi previsti“.

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