Torino, sgomberato un centro sociale dopo 24 anni: arrestati 6 anarchici

Un intervento, ha spiegato la sindaca Chiara Appendino, "più volte richiesto e lungamente atteso"

Foto LaPresse/Nicolò Campo

TORINO – Era diventato la “base logistica e operativa” di un gruppo anarchico insurrezionalista. Per questo la questura di Torino ha disposto lo sgombero dell’ex asilo di via Alessandria 12, occupato da 24 anni. E a cui gli anarchici hanno risposto con una marcia di protesta fino al centro della città. Almeno 4 i manifestanti identificati.

Le forze dell’ordine hanno arrestato 6 anarchici

Durante l’operazione, avvenuta nella mattina di giovedì 7 febbraio, sono state arrestate sei persone, considerate i leader storici del centro sociale, tra i 30 e i 35 anni. E ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi.

I sei sono accusati di avere promosso, costituito, organizzato e partecipato a un sodalizio che aveva come obiettivo quello di “influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione”, come spiega la questura. E per questo, avevano preso di mira i Cie e i Cpr della città compiendo atti di violenza e di intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle strutture di accoglienza. Insieme a loro è coinvolta una settima persona, ancora ricercata.

La soddisfazione della sindaca Appendino e del ministro Salvini

Un intervento, ha spiegato la sindaca Chiara Appendino, “più volte richiesto e lungamente atteso da Città e residenti nel corso degli anni”. Soddisfazione per l’operazione, che ha visto coinvolti circa 300 operatori, è stata espressa anche dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Giustizia è fatta, centro sociale sgomberato e delinquenti in galera”.

Tensioni a Torino, anarchici in marcia

La replica degli anarchici non si è fatta attendere. Tensioni in zona corso Palermo, a Torino, fra i 250-300 anarchici in marcia, partiti dalla sede di Radio Blackout, e le forze dell’ordine, nel tardo pomeriggio. Diversi gli aggetti in assetto antisommossa schierati. Traffico in tilt, cassonetti rovesciati e lancio di petardi a cui la polizia ha risposto per far calare la tensione. Almeno 4 i manifestanti identificati.

Sgombero del centro sociale, i dettagli dell’operazione

Tornando all’operazione della mattinata, secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero compiuto 21 attentati in diverse città italiane. In particolare, due di loro avrebbero piazzato, insieme ad altre due persone ancora non identificate, ordigni esplosivi davanti agli uffici postali di Torino il 30 aprile e il 9 giugno del 2016. La dinamica dell’attacco era sempre la stessa: inviare pacchi-bomba per posta. Le missive sono arrivate a 15 ditte di Torino, Bologna, Milano, Roma (presso l’ambasciata di Francia), Bari, Ravenna.

Sono i responsabili di attentati in diverse città italiane

Altre sei sono invece stati recapitate agli uffici di Poste Italiane di Torino, Bologna e Genova. Nello specifico, Poste Italiane sarebbe stata presa di mira perché proprietaria della società ‘MistralAir’, dal 2011 assegnataria dell’appalto ministeriale per il trasporto dei migranti da rimpatriare. Se esplosi, gli ordigni avrebbero potuto provocare seri danni e lesioni. L’intento degli anarchici, per la questura, era chiaro: intimorire le vittime e danneggiare allo Stato.

Inoltre, le indagini, condotte a partire dal 2018 dalla Digos di Torino, hanno anche fatto luce su alcuni assalti, con bombe carta e fuochi d’artificio, avvenuti contro il Cie di corso Brunelleschi grazie alla collaborazione degli ospiti della struttura.

(LaPresse/di Martina Coppola)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome