Tour de France al via, si rinnova il duello Pogacar-Roglic

In cerca di gloria andrà lo scalatore bergamasco Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step). Il resto della pattuglia azzurra, che non comprende Fabio Aru, è composto, oltre ai citati Nibali e Formolo, da Kristian Sbaragli, Sonny Colbrelli, che punta alla lotta per la maglia verde, Daniel Oss, Davide Ballerini, Jacopo Guarnieri e Lorenzo Rota

(Photo by JEFF PACHOUD / AFP)

MILANO – Scatta domani dalla Bretagna la 108/a edizione del Tour de France, tornato alla sua collocazione tradizionale di inizio estate dopo lo slittamento causato dalla pandemia la scorsa edizione. E la battaglia, lunga 21 tappe e 3 417,5 km, per la corona di Parigi promette di essere, anche quest’anno, una faccenda tutta slovena tra Tadej Pogacar e Primoz Roglic.

La sfida

Il 22enne corridore dell’Uae Emirates punta a difendere il trionfo della scorsa edizione ma il connazionale della Jumbo Visma, probabilmente la squadra più forte del Tour insieme alla Ineos Grenadiers, non si accontenterà più del secondo posto: il suo obiettivo è vendicarsi della ‘sverniciata’ subita dall’amico-rivale nella crono di La Planche des Belles Filles. Pogacar, secondo vincitore più giovane nella storia della corsa francese, sarà scortato da nomi che possono fare la differenza nei momenti decisivi in alta quota: Davide Formolo, Rui Costa, Rafal Majka, Brandon McNulty. Roglic, che nel 2020 indossò la maglia gialla per undici giorni abbandonandola nella penultima tappa a favore del vincitore, sfoggia compagni di squadra esperti e talentuosi dal calibro di Wout Van Aert, Steven Kruijswijk, Mike Teunissen, Robert Gesink e lo specialista delle cronometro Tony Martin.

Tour de France al via

Nella sfida slovena si può inserire il britannico Geraint Thomas, che di vittorie nella Grande Boucle se ne intende: nel 2018, fu lui a chiudere sul gradino più alto del podio sugli Champs-Élysées. Ma nel roster della Ineos almeno altri tre hanno chance di podio: Richard Carapaz, Tao Geoghegan Hart e Richie Porte. Nella rosa dei candidati al trionfo finale si può inserire anche lo spagnolo della Movistar, Miguel Angel Lopez. Occhio, poi, al canadese della Israel Michael Woods e al francese Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step). Per l’Italia, sulla carta, le speranze per ritagliarsi un ruolo da protagonista sono ridotte al lumicino. Vero che c’è Vincenzo Nibali, reduce da un Giro segnato dalle difficoltà. Ma lo ‘Squalo’ non proverà a cercare il replay della meravigliosa vittoria del 2014: il siciliano ‘userà’ le tappe transalpine per testare le condizioni in vista dell’appuntamento di Tokyo, anche se c’è incertezza su quello che lo attende nei prossimi giorni.

“Non so ancora come andrà il mio Tour, se finirlo anticipatamente rispetto a Parigi”, ha ammesso alla stampa inviata al seguito della Grand Boucle. “Nel caso in cui arrivasse la convocazione, potremmo valutare di interrompere prima il Tour per volare in Giappone”, ha proseguito. “Chiaramente per me essere chiamato e poter supportare la causa azzurra sarebbe molto importante, sarebbe un onore. Dopo il Giro sono riuscito a recuperare e a dimostrare già una buona condizione. Sono qui al Tour – ha chiarito – non per fare classica ma per puntare alle tappe”. “Il Tour per me è un investimento anche in vista delle Olimpiadi. Poi, quando sarà il momento, mi confronterò con Cassani e capiremo la sua decisione per Tokyo”, ha concluso il veterano azzurro.

Gli azzurri

In cerca di gloria andrà lo scalatore bergamasco Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step). Il resto della pattuglia azzurra, che non comprende Fabio Aru, è composto, oltre ai citati Nibali e Formolo, da Kristian Sbaragli, Sonny Colbrelli, che punta alla lotta per la maglia verde, Daniel Oss, Davide Ballerini, Jacopo Guarnieri e Lorenzo Rota. Per risalire a un numero così ridotto di italiani al Tour bisognare andare al 1984. Il Tour prende il via con i 198 km dalla città portuale di Brest a Landerneau, segnata da sei Gpm e dall’arrivo in salita. Chiusura come sempre sulla splendida cornice degli Champs-Élysées, il 18 luglio.

Due le cronometro previste, la Changé-Laval di 27,2 km (quinta tappa) e la Libourne-Saint-Émilion di 30,8 km, alla penultima frazione. Nel ‘menù’ della Grande Boucle 2021 presenti ovviamente i Pirenei, con i traguardi in quota sul Portet e a Luz Ardiden. E dopo cinque anni di assenza torna il Mont Ventoux, che la carovana scalerà per due volte nell’undicesima tappa. Il Tour avrebbe dovuto iniziare inizialmente da Copenaghen, ma la partenza nella capitale danese è stata spostata al 2022 a causa della pandemia.

(LaPresse/di Attilio Celeghini)

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