Trapani, Fsp: solidarietà ad agente ferito, vittima del dovere

“Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al collega Gianni Aceto, rimasto gravemente ferito a Trapani, e con lui anche alla sua famiglia. Il terribile episodio avvenuto è purtroppo l’ennesima dimostrazione di quanto difficile sia il lavoro del poliziotti".

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace
Milano, 9 ott. (LaPresse) – “Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al collega Gianni Aceto, rimasto gravemente ferito a Trapani, e con lui anche alla sua famiglia. Il terribile episodio avvenuto è purtroppo l’ennesima dimostrazione di quanto difficile sia il lavoro del poliziotti. Questi  si misurano quotidianamente con pericoli di ogni genere, e rischiano la vita e la salute per insidie inimmaginabili. Tutti i giorni, in ogni parte d’Italia, i poliziotti assumono su di loro le conseguenze delle situazioni potenzialmente dannose per i cittadini. Quello di Gianni Aceto ne è solo l’ultimo drammatico esempio. Questo, insieme a tutti gli altri sacrifici che il senso del dovere di un poliziotto porta con sé, rende il lavoro dell’operatore della sicurezza assolutamente unico, e rappresenta il concreto significato della parola specificità”. Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia, esprime così in un comunicato la solidarietà della Federazione sindacale di polizia all’ispettore della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Trapani, Gianni Aceto. Questo rimasto gravemente ferito alla mano sinistra dallo scoppio di una chiavetta usb che stava inserendo nel suo computer e che conteneva dell’esplosivo.

prosegue Mazzetti 

“Una specificità che è insita nella natura stessa del lavoro del poliziotto, e i cui ‘effetti’ non risparmiano alcun collega in alcun servizio. In ogni angolo di strada come in ogni ufficio. Oggi l’ispettore Aceto è rimasto vittima del proprio dovere, subendo gli effetti della violenza di un criminale che dovrà essere trovato e punito in maniera severissima, e pagando per il suo impegno un prezzo altissimo, e l’Fsp non può che stringersi all’uomo oltre che alla sua divisa. Confidiamo nell’ottimo operato dei chirurghi che hanno effettuato l’intervento su di lui, nella speranza di riaverlo al più presto a lavoro”.

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