Ue, Conte a Tusk: “Ruolo primario all’Italia”. Pressing per il commissario economico

"Spero si raggiunga l'unanimità ma dobbiamo essere realisti, non esiterò a presentare le decisioni al voto a maggioranza, se sarà difficile raggiungere un consenso", ha detto il presidente del Consiglio europeo

(Photo by Vincenzo PINTO / AFP)

ROMA – Roma vuole avere un ruolo di primo piano nella futura commissione Ue. Il governo gialloverde non ne ha mai fatto mistero e il premier Giuseppe Conte lo ha detto chiaramente, nelle due ore di colloquio a palazzo Chigi, al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk.

L’incontro tra Conte e Tusk

La colazione di lavoro tra i due, otto mesi dopo il precedente incontro del 10 settembre scorso, cade in un momento strategico, a due giorni dalle urne delle Europee e a 4 dal vertice informale di Bruxelles. Quando – risultati alla mano – i leader dell’Unione si siederanno intorno al tavolo per iniziare a comporre il puzzle delle nomine. Solo un primo step prima del Consiglio formale del 20 e 21 giugno, dove i giochi saranno fatti.

L’Italia vuole svolgere un ruolo primario in Ue

Conte ha sottolineato che “l’Italia intende svolgere in pieno il ruolo primario che le spetta, come Paese fondatore dell’Unione Europea, terzo Paese dell’Euro-zona, secondo Paese manifatturiero d’Europa. E’ infatti prioritario che, a livello europeo, si tengano in massima considerazione le aspettative dei cittadini europei di un’Europa più vicina ai loro bisogni. Più equa, più sicura, finalmente solidale al suo interno, più forte nel mondo”. Insomma, carte scoperte: l’Italia siederà al tavolo con l’intenzione di aggiudicarsi un portafogli di peso, sia la sua richiesta incontri l’unanimità sia in caso contrario.

Verso un voto unanime?

“Spero si raggiunga l’unanimità – ha già detto Tusk nei giorni scorsi – ma dobbiamo essere realisti, non esiterò a presentare le decisioni al voto a maggioranza, se sarà difficile raggiungere un consenso”.

Le richieste di Confindustria

Non è un mistero che l’Italia punti a una delle principali poltrone economiche, esplicitamente nel mirino di Conte e dell’esecutivo, ma anche di Confindustria. “Per essere attivi e svolgere il ruolo che ci spetta in Europa, il Governo italiano deve saper proporre e ottenere un commissario con una delega qualificata in campo economico: al Commercio, all’Industria, al Mercato interno, agli Affari economici e alla Concorrenza”, ha detto dal palco dell’assemblea degli Industriali Vincenzo Boccia. Un appello prontamente raccolto da Luigi Di Maio che alla stessa platea ha promesso di lavorare per dare all’Italia una carica di commissario Ue in settori come industria, imprenditoria, commercio, mercato interno.

Il dialogo tra Roma e Bruxelles

Dall’elenco del vicepremier sparisce la poltrona oggi saldamente occupata da Pierre Moscovici, e non è un caso. Difficile trovare appoggio – soprattutto tra i paesi nordici, ma non solo – nella sfida di affidare all’Italia il portafoglio principale per i conti pubblici. Il rischio, e Roma lo sa bene, è che quella poltrona vada invece a qualcuno meno propenso ad avere un atteggiamento benevolo nei confronti della manovre italiane.

Al di là delle dichiarazioni infatti Moscovici ha sempre cercato il dialogo e non lo scontro con l’Italia sul deficit. Ecco perché, nella logica che a tutti i paesi membri spetta un commissario per assicurare a tutti rappresentanza, ottenere una casella ‘strategica’ sull’economia diventa fondamentale. Quando invece alle ultime elezioni il centrosinistra scelse di indicare Mogherini come Alto rappresentante Ue alla politica estera. La partita è già iniziata, ma per capire in quale campo si giochi bisognerà aspettare domenica sera.

(LaPresse/di Antonella Scutiero)

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