Un furto in casa per “avvertire” il pm antimafia Di Palma

Un furto inusuale in casa del pm antimafia Roberto Di Palma. I ladri sono penetrati in casa sua, ma hanno preso solo le chiavi del suo ufficio in Procura

REGGIO CALABRIA – Ha tutta l’aria di un avvertimento della ‘ndrangheta il raid in casa del sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Roberto Di Palma. I ladri si sono introdotti in casa del magistrato e hanno preso da una cassetto della scrivania le chiavi del suo ufficio in Procura, Non hanno toccato, invece, secondo quanto riporta “Il Fatto Quotidiano”, il denaro contante che il magistrato tiene nello stesso posto. Un episodio inquietante sul quale sta indagando la procura di Catanzaro, competente per i reati in cui sono parte offesa i magistrati reggini. L’ufficio del procuratore Nicola Gratteri ha chiesto alla squadra mobile un’informativa sull’accaduto.

Unica casa “visitata” in un complesso di 75 appartamenti

Nel complesso residenziale dove si è verificato il raid abitano 75 famiglie, ma l’unica casa “visitata” è stata proprio quella del magistrato, peraltro protetta da una porta blindata. Di Palma in questo periodo è al mare con la famiglia. Una volta entrati, gli intrusi non hanno preso soldi né oggetti di valore. Si sono “accontentati” delle chiavi. Ed è improbabile che volessero avere accesso all’ufficio del pm: un furto in tribunale, soprattutto in questo periodo di scarso affollamento, è improbabile. I  ladri dovrebbero infatti superare la sorveglianza dei carabinieri ed eludere le videocamere degli uffici giudiziari. Senza contare che, una volta scoperto il furto, ci vuol poco a cambiare serratura. Più probabile che la banda, con un comportamento tipico delle organizzazioni criminali, abbia voluto far sapere al “bersaglio” di poter arrivare a lui.

In aula l’attacco del ras Molé

Di Palma per molti anni ha indagato sulle cosche della Piana di Gioia Tauro e da alcuni mesi si occupa della ‘ndrangheta di Reggio. Da tempo vive sotto scorta. L’odio dei clan nei confronti del magistrato è dimostrato da un episodio di qualche mese fa. Il ras della ‘ndrangheta don Mommo Molé lo ha attaccato durante un processo. “Vi piace vincere facile, eh – ha detto – Sempre con noi ce l’avete, vi volete fare pubblicità sulle nostre spalle”. “Noi – ha risposto Di Palma – la trattiamo per quello che è, signor Molè. Un mafioso. E trattiamo i suoi figli per quello che sono, mafiosi. Noi facciamo indagini e il nostro scopo non è certo farci pubblicità o acquisire notorietà”.

 

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