L’inchiesta sul cognato di Renzi rischia di arenarsi. Serve la denuncia dell’Unicef. I no a ‘Camere sciolte’ del Governo Gentiloni

Al centro dell’attività investigativa che ha coinvolto i tre Conticini c’è l’ipotizzata sottrazione di circa 6,6 milioni di euro a varie organizzazione benefiche. Dei tre germani uno, Andrea, è il cognato di Matteo Renzi: gli contestano il riciclaggio per il versamento di una parte di denaro ad alcune società. Gli altri due, Alessandro e Luca, sono inquisiti per appropriazione indebita.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 27-02-2018 Roma Politica Cinema Adriano - Incontro Pd con Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Nicola Zingaretti Nella foto Matteo Renzi, Paolo Gentiloni Photo Roberto Monaldo / LaPresse 27-02-2018 Rome (Italy) Meeting whit Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Nicola Zingaretti organized by DP In the photo Matteo Renzi, Paolo Gentiloni

FIRENZE – Rischia di arenarsi. Se Unicef, Fondazione Pulitzer e gli altri presunti danneggiati non sporgeranno denuncia, l’inchiesta sui tre fratelli Conticini scoppierà come una bolla di sapone. Finirà in un nulla di fatto. Per continuare l’attività investigativa è necessaria una querela. La Procura in merito all’ipotesi di appropriazione indebita non può più procedere d’ufficio e così ha chiesto alle organizzazioni di denunciare.

I fratelli Conticini

Al centro dell’attività investigativa che ha coinvolto i tre Conticini c’è l’ipotizzata sottrazione di circa 6,6 milioni di euro a varie organizzazione benefiche.

Dei tre germani uno, Andrea, è il cognato di Matteo Renzi: gli contestano il riciclaggio per il versamento di una parte di denaro ad alcune società. Gli altri due, Alessandro e Luca, sono inquisiti per appropriazione indebita.

Lo stop all’inchiesta

La causa del possibile stop all’inchiesta, ha spiegato Marco Palombi de Il Fatto Quotidiano, si incrocia con la storia del decreto legislativo approvato  dal Governo Gentiloni. E’ stata quella riforma, voluta dall’ex ministro Orlando, ad imporre la querela per consentire alle procura di indagare sull’appropriazione indebita. Da sole non si può più.

La norma

La modifica è figlia della più ampia riforma voluta da Andrea Orlano, all’epoca Guardasigilli. Era il 23 giugno 2017.  L’Esecutivo voleva rendere non più proseguibili d’ufficio alcuni reati. Nelle decreto attuativo portato in Parlamento alcuni senatori di Cinque Stelle, Lega e Forza Italia espressero la loro preoccupazione proprio in merito alla trattazione dell’ipotesi di appropriazione indebita. Anche Giuseppe Lumia, al tempo capo della commissione Giustizia al Senato, si trovò d’accordo con le minoranze invitando il Governo a stralciare l’appropriazione indebita tra i reati non più precedibili d’ufficio.

La scelta del Governo Gentiloni

L’esecutivo abbozzò. Ma per poco. Il ‘blitz’ politico fu fatto nel febbraio scorso, con le Camere sciolte e in piena campagna elettorale. A Montecitorio la commissione non si riunì più per modificare la norma (come aveva chiesto Lumia e alcuni parlamentari dell’opposizione). Al Senato, invece, la commissione confermò quanto già deciso: per procedere serve la denuncia, anche quando c’è la rilevante gravità.

Gli effetti

A causa di quel decreto se Unicef e le altre organizzazioni non sporgeranno denuncia, l’inchiesta sui fratelli Conticini dovrà fermarsi. Per forza.

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