Vasco Rossi incendia San Siro: via alla maratona di sei concerti

Grande performance del Blasco

Foto Carlo Cozzoli - LaPresse 01-06-19 Milano ( Italia ) Cronaca Milano, Vasco Rossi in concerto a San Sironella foto: Vasco Rossi durante il concerto

MILANO – Molto più che un concerto, quasi un pellegrinaggio. Questo è lo spirito con cui, come sempre, per assistere alla prima delle sei date a San Siro di Vasco Rossi (replica il 2, 6, 7, 11 e 12 giugno, a cui ne seguiranno due a Cagliari il 18 e 19) i fan sono arrivati da tutta Italia. Hanno le età più disparate: ci sono i ragazzini, i genitori, i figli e anche i nonni. Sono quasi 60mila (57.500 per la precisione). Alcuni hanno dormito in tenda davanti allo stadio già la notte di venerdì, ognuno con la sua maglietta raccolta in anni e anni di onorata carriera da appassionato del Kom. Perchè il rocker di Zocca per tantissimi è una fede, e così va onorata. E il Blasco non li delude. Li saluta, gli occhi che brillano: “Benarrivati, bentornati, bentrovati”.

Nella prima delle sei date che consacreranno la cifra di 29 concerti a San Siro in 29 anni, l’idolo di ormai 4 (o forse più) generazioni sale sul palco e regala brividi alla folla. Già da solo il palco è da far impallidire: 100 metri di larghezza per 33 di altezza, praticamente un palazzo di 11 piani. Poi 700 metri quadri di schermi, una passerella che entra in mezzo al pubblico.

Numeri che da soli, per quanto imponenti, non rendono l’idea di cosa sia uno stadio che canta all’unisono i brani che hanno fatto la storia di Vasco, della musica e anche dell’Italia. Perché nessuno più di lui riesce ad essere così transgenerazionale, così capito e amato da praticamente tutti. Di quella disperazione di cui è affetto il Paese e di cui parlava alla vigilia del concerto, qui non ce n’è traccia. C’è voglia di divertirsi, di scacciare via i pensieri, di fare festa. Perché di questo si tratta. Una grande festa che sembra non voler finire mai. Vasco è in forma, super in forma. Non si ferma neanche un secondo. Per tutta la durata del concerto canta, salta, sorride fra un coro e un’ovazione del suo pubblico.

Ad inizio serata il Komandante in 3d sale sul palco uscendo dalla porta del futuro, la ‘Star Gate’, ed entra nel presente per raccontarcelo: una citazione omaggio a ‘Blade Runner’, film del 1982 ambientato proprio nel 2019. Poi, una dopo l’altra, tante delle sue canzoni iconiche, partendo, ovviamente, da ‘Qui si fa la storia’. Non tutte, sarebbe impossibile. Ventinove in tutto, manco a dirlo: da ‘Mi si escludeva’ a ‘Vita spericolata’, passando per ‘Buoni o cattivi’, ‘La verità’, ‘Fegato spappolato’, senza dimenticarsi di ‘Gli spari sopra’, ‘Io no’, ‘Rewind’, ‘Vivere, ‘Senza parole’, ‘Sally’, ‘Siamo solo noi’ e ‘Vita spericolata’. Fino alla chiusura a cui ormai Vasco ha abituato: ‘Albachiara’, fra fuochi d’artificio spettacolari.

Ognuna arrangiata “dura e pura”, proprio come aveva anticipato, in un’atmosfera fra passato, presente e futuro. Un vero e proprio concerto rock. Senza se e senza ma. Perché, se un tempo in Italia lo si escludeva, adesso qui si fa la storia. E, come dice lui, fra fuochi d’artificio spettacolari e l’ormai consueto saluto allo scomparso Massimo Riva: “In bocca al lupo a tutti. Ce la farete tutti”.

LA SCALETTA: Qui si fa la storia, Mi si escludeva, Buoni o cattivi, La verità, Quante volte, Cosa succede in città, Cosa vuoi da me, Vivere o niente, Fegato spappolato, Asilo Republic, La fine del millenio, Portatemi Dio, Gli spari sopra, C’è chi dice no, Se è vero o no, Io no, Domenica lunatica, Ti taglio la gola, Rewind, Vivere, La nostra relazione, Tango (della gelosia), Senza parole, Sally, Siamo solo noi, Vita spericolata/Canzone, Albachiara.

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