Wikipedia oscura l’enciclopedia in italiano, protesta contro l’Ue e la nuova legge sul diritto d’autore

Le pagine dell'enciclopedia open-source più famosa del mondo non sono accessibili. Al loro posto un duro comunicato contro Bruxelles

NAPOLI – La nuova legge sul diritto d’autore in discussione tra i banchi del Parlamento europeo ha fatto scattare la rivolta del web. A guidarla è Wikipedia, con una clamorosa iniziativa. Da stanotte le pagine dell’enciclopedia open-source più famosa del mondo non sono più visibili. Al posto dei contenuti un comunicato con un appello a non varare il testo che sarà in discussione nei prossimi giorni.

I motivi della protesta

“Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online. E crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Così Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere”, continua la nota. La fondazione rivendica la disapprovazione alla proposta di legge di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee, 169 accademici, 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica.

La richiesta a Bruxelles

Per far sentire a Bruxelles la propria voce in maniera ferma, la comunità italiana di Wikipedia “ha deciso di oscurare tutte le pagine dell’enciclopedia perché vogliamo poter continuare a offrire un’enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l’attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, soprattutto a partire dall’abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l’estensione della libertà di panorama a tutta l’Ue e la protezione del pubblico dominio”, conclude il comunicato. Attesa per la risposta di Bruxelles.

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