Milano, 23 mag. (LaPresse) –
L’Abruzzo continua a fare la guerra ai cinghiali. In tutto il territorio regionale vengono uccisi dai cacciatori – in contrasto con la legge 157/92 e con le sentenze di Corte Costituzionale – non solo esemplari adulti, ma, come documentano le immagini sul web, anche mamme e cuccioli.
“La situazione è insostenibile e pericolosa non solo per gli animali, massacrati in gran numero, ma per residenti e i turisti, la cui sicurezza è messa a rischio dagli spari”, denuncia Enpa in un comunicato. Per questo l’associazione ha scritto alle prefetture del territorio abruzzese, chiedendo di ripristinare sicurezza e legalità. “Alcuni Atc, di fronte ad evidenti profili di illegittimità e considerando anche i pareri scientifici contrari, si sono fermamente opposti alla caccia no limits. E lo hanno fatto sia rifiutandosi di fornire i nomi dei ‘selecontrollori’ per l’attuazione degli abbattimenti sia opponendosi al rilascio delle relative autorizzazioni. Autorizzazioni che – spiega Enpa – la regione è obbligata ad ottenere dagli Atc prima di procedere. Ciononostante, i ‘cacciatori/operatori’ continuano a battere il territorio imbracciando i loro fucili e con i cani a seguito, in una situazione quindi illegittima e ingestibile”.
La Protezione Animali ha ricordato alle prefetture che “i cacciatori/selecontrollori non vengono mai espressamente citati dalla legge nazionale (la 157/92) tra le figure autorizzate a compiere gli abbattimenti di ‘selezione’. Anche la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità dell’impiego dei cacciatori nelle operazioni di controllo faunistico, mentre il Tar Abruzzo ha sollevato la questione di legittimità costituzionale riferita alla legge abruzzese, che concede troppo e ‘scavalca’ il quadro normativo nazionale”.
Eppure, continua Enpa, “per ‘oscuri’ e incomprensibili motivi, sono sempre le doppiette che vengono ‘chiamate’ a compiere queste inutili mattanze. Una situazione che ha fatto scattare sanzioni ai cacciatori in altre regioni italiane”. Conclude l’appello: “Chiediamo ai prefetti di intervenire, nel territorio di loro competenza, per fermare questi massacri, soprattutto considerando che tale forma di ‘controllo faunistico’ è la più pericolosa per i cittadini e i turisti a causa della grande gittata delle armi utilizzate e per le decine e decine di cacciatori impiegati. Garantire la sicurezza di tutti i cittadini – conclude Enpa – deve essere un obiettivo prioritario e anche la nostra associazione si impegnerà in tal senso”.