Unioni civili, Tiziano Ferro replica a Fontana: “Vorrei non sentirmi invisibile”

Il noto cantautore di Latina dice la sue sulle famiglie Arcobaleno

Foto Claudio Furlan/LaPresse

MILANO (LaPresse) – Anche la pop star Tiziano Ferro si è schierata in difesa delle famglie Arcobaleno, dopo le parole nel neo ministro della famiglia Lorenzo Fontana, che in un’intervista ha detto che “le famiglie gay non esistono”.

“Non voglio supporto. Mi basterebbe smettere di sentirmi invisibile“, sono state le parole che il cantante ha scritto in italiano, inglese e spagnolo e ha postato su Instagram. Il suo messaggio in poco tempo ha fatto il giro del web, raccogliendo decine e decine di commenti positivi dei fan.

Tiziano Ferro in prima linea: tra i promotori del Lazio Pride.

Dopo il coming out del 2010, Ferro non ha mai fatto mistero di voler avere un figlio. Nel 2015 durante un live si è commosso raccontando la sua esperienza: “Tante persone non sanno cos’è l’omosessualità“, ha detto. “L’amore è spesso vittima di persecuzione, bisogna parlare anche di questo“. Nel 2017 è stato tra i promotori del Lazio Pride. A metà marzo, poi, ha pubblicato una foto, sempre su Instagram, in cui abbracciava teneramente un neonato. I suoi ammiratori lo hanno ricoperto di messaggi di auguri e di affetto, ma non lui ha poi chiarito che non si trattasse di suo figlio. Inevitabile, dunque, che prendesse posizione sulla vicenda.

La querelle Ferro-Fontana e il punto di Salvini.

Le parole del 38enne neo ministro Fontana, che si è definito “cattolico” e che ha detto di credere che la famiglia sia solo quella “naturale” formata da una mamma e da un papà e possibilmente da diversi figli, hanno suscitato un mare di polemiche. Nella querelle è intervenuto anche il ministro dell’Interno e segretario della Lega Matteo Salvini, che ha precisato che si tratta di posizioni personali e non della linea del governo gialloverde. “Ha detto una cosa che mi sembra normale. È libero di avere le sue idee – ha dichiarato Salvini sono priorità e non sono nel contratto di governo“.

Il leader della Lega ha poi aggiunto: “Unioni civili e aborto non sono leggi in discussione. Non andremo a litigare e perdere tempo su temi non inseriti che dividono, ma personalmente ritengo che il nostro Paese in futuro debba continuare ad avere principi come quello per cui la mamma si chiama mamma e il papà si chiama papà. E per cui un figlio viene adottato se ci sono una mamma e un papà“. Nemmeno il suo tentativo di gettare acqua sul fuoco, però, è servito a sedare le polemiche del mondo Lgbt.

Le dichiarazioni del presidente dell’associazione famiglie Arcobaleno.

Sono esterrefatta nel vedere un ministro della Famiglia così distaccato dalla realtà in cui vive“, ha detto Marilena Grassadonia, presidente dell’associazione famiglie Arcobaleno e mamma, insieme a Laura Terrasi, di tre bambini. “Come fa un ministro della Repubblica ad affermare che noi e i nostri figli non esistiamo, quando non solo i nostri bambini sono perfettamente inseriti nella società, nella scuola, tra i loro coetanei, ma decine di sentenze della Corte Costituzionale, della Cassazione e sempre più comuni che riconoscono i nostri figli alla nascita, certificano che noi esistiamo a tutti gli effetti, anche giuridicamente, per lo Stato italiano“.

Di Benedetta Dalla Rovere.

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