Catania, arrestati per estorsione 4 esponenti del clan Santapaola

Le forze dell'ordine hanno proceduto all'arresto di alcuni uomini del clan catanese

Foto LaPresse/Stefano Cavicchi

MILANO (LaPresse) – Arrestati a Catania quattro esponenti del clan Santapaola per estorsione. Su disposizione della Procura di Catania, i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del nei confronti di 4 persone. Tre di loro sono stati infatti arrestati e uno è finito ai domiciliari. Sono tutti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini sono state condotte dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Catania. Con la collaborazione del personale del servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata di Roma. Le indagini riguardano il forzato recupero di crediti da parte degli indagati in danno di un’impresa con sede in Scordia. Un recupero crediti a favore dell’impresa Sicilsole Srl con sede in Mazzarrone, che opera nel settore dei trasporti.

Arrestati quattro uomini del clan Santapaola di Catania

Destinatari della misura cautelare in carcere sono tre esponenti di vertice della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. Si tratta infatti di Aldo Ercolano, 44 anni, figlio del defunto boss Sebastiano e fratello maggiore del 42enne Mario. Aldo Ercolano era già detenuto all’Aquila. Dopo essere stato arrestato già nel 2016 nell’ambito dell’operazione “Brotherhood”. In carcere è finito anche Antonio Tomaselli, 52 anni, chiamato ‘penna bianca’, reggente della famiglia Ercolano dopo l’arresto di Aldo. Anche lui è in carcere dal novembre del 2017. La misura è stata recapitata anche a Rocco Biancoviso, 51 anni, alter ego di Tomaselli nel territorio di Scordia (Catania). L’uomo, già colpito da misura cautelare personale in carcere dal novembre del 2017.

Operazione ‘Brotherhood’

L’attività investigativa delle fiamme gialle catanesi ha preso il via dalla perquisizione eseguita a casa di Aldo Ercolano nell’ambito dell’operazione ‘Brotherhood’. Nel corso della quale furono ritrovati degli interessanti messaggi scritti a penna su “pizzini” sui quali vi erano annotati importi e nominativi di persone fisiche e di aziende. Nonché fotocopie di documentazione riferibili a “pratiche di recupero crediti” affidate a Aldo Ercolano.

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