Macello abusivo in campagna. Animali allevati per ‘sacrifici’ islamici. Sequestri e sigilli nel palermitano

L'attività di indagine delle forze dell'ordine era iniziata dopo la diffusione delle immagini di un ‘sacrificio’ animale. L'intervento dei militari ha permesso di scoprire numerose irregolarità ed apporre i sigilli alla struttura

LaPresse

PALERMO – Lo avevano allestito per poter effettuare riti e seguire usanze religiose. Ma la polizia è intervenuta con i sigilli e le relative denunce.

L’attività di indagine dopo il ‘sacrificio’ di un animale in occasione della festa islamica
È accaduto nel quartiere palermitano di Falsomiele dove è stato scoperto un macello clandestino. Era lì che non molto tempo fa era stata ripresa l’uccisione di una capra ad opera di un italiano e tre cittadini ghanesi. L’episodio, verificatosi in occasione della festa islamica del sacrificio, aveva così permesso di aprire un’inchiesta che si è concretizzata nell’operazione di stamattina. Dalle registrazioni sembrerebbe chiaro il ruolo dei protagonisti. Era stato l’italiano a compiere il ‘sacrificio’ mentre i tre ghanesi, a cui l’animale era di fatto destinato, sarebbero risultati semplici spettatori del rito. del macabro rito eseguito dal palermitano.
L’operazione

Sono stati gli agenti del commissariato Oreto-Stazione ad intervenire in aperta campagna. Precisamente in via Maria Messina. Qui hanno trovato una struttura che non rispettava minimamente le condizioni igienico sanitarie di base ma soltanto un recinto a delimitare l’intera area. E dopo un’attenta verifica i poliziotti hanno ritrovato un fondo all’interno del quale erano sistemate gabbie, anch’esse in pessime condizioni, in cui erano tenuti gli animali. Di diversa specie. Nello specifico cinque pecore, tre maiali, quaranta galline, un cavallo e una mucca. Durante la perquisizione sono stati ritrovati resti e carcasse di animali che, secondo gli inquirenti, costituirebbero il risultato di precedenti sacrifici.

I provvedimenti

Le forze dell’ordine hanno trovato all’interno della struttura un uomo di 43 anni che ha riferito di non esserne il proprietario ma è stato comunque ritenuto responsabile. Per il titolare, invece, si è sostenuta l’accusa di inosservanza delle norme in merito alla corretta identificazione degli animali oltre alle predette carenze igienico-sanitarie e altre irregolarità. Gli animali, grazie anche all’intervento della polizia scientifica e dei veterinari dell’Asp, sono stati invece sequestrati.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome