Stuprata a pochi passi dal Viminale, fermato uno straniero

La 46enne si è presentata sanguinante agli agenti di guardia al ministero dell’Interno raccontando di aver subito violenza

ROMA – Una violenza sessuale, l’ennesima. Questa volta è accaduto a Roma, dove in manette è finito anche il presunto responsabile, un 37enne. L’accusa per lui è quella di aver stuprato, rapinato e picchiato una donna 54enne in pieno centro a Roma. Di più, teatro della violenza è stata via Depretis, proprio davanti al Viminale. L’uomo, di nazionalità rumena, è stato fermato nella notte polizia dopo la denuncia della vittima. Si è presentata proprio lì, al Viminale ed ha chiesto aiuto ai poliziotti di guardia che l’avevano notata sanguinare. Le parole sono state secche, circostanziate: “Mai hanno violentata”. Quelle parole sono diventate un verbale che a sua volta è diventato un fascicolo d’indagine.
L’indagine lampo della polizia
Mentre gli agenti si sono messi sulle tracce del responsabile, lei è stata medicata all’ospedale San Giovanni. La 54enne ha anche spiegato ai poliziotti di aver conosciuto quell’uomo pochi giorni prima. Di aver passato con lui un po’ di tempo a chiacchierare. Addirittura hanno cenato insieme. Poi, nella notte tra mercoledì e giovedì, sotto gli ombrelloni di quel ristorante, è avvenuta la violenza. Una violenza sessuale e uno straniero coinvolto. Un binomio che continua a ripresentarsi. Ma non sono solo gli stranieri a macchiarsi di questi reati.
La violenza avvenuta sotto
Lo scorso 30 agosto la polizia di Parma arrestò un 46enne italiano per violenza sessuale e lesioni pluriaggravate. Aveva un complice, un 53enne nigeriano. Furono considerati responsabili dello stupro di una 21enne nella notte tra il 18 e il 19 luglio, l’ennesimo caso registrato in estate. L’aggressione risultò avvenuta nell’abitazione del 46enne italiano che, dopo aver invitato la donna nella propria casa, contattò il nigeriano, suo spacciatore abituale, chiedendogli di portare della droga. I due furono accusati di aver sottoposto la 21enne a terribili violenze per oltre 5 ore, immobilizzandola e imbavagliandola. Fu dimessa con 45 giorni di prognosi.

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