ROMA – Per risolvere il problema migranti, va risolto il problema Libia. Con queste parole d’ordine, Giuseppe Conte ha ricevuto a Palazzo Chigi il premier libico Fayez al-Sarraj. Al temine dell’incontro, l’esecutivo sottolinea che la crisi libica resta fonte di grave preoccupazione. La sua soluzione, cui si punterà dunque in una riunione a New York, rappresenta un interesse nazionale che è cruciale per l’Italia.
Il caso libico
La Libia, purtroppo, resta un rebus quasi impossibile da risolvere: ci sono scontri violenti, frammentazione politico-tribale, una situazione umanitaria a tratti disastrosa. Nel corso dell’incontro tra i due premier, a Sarraj è stata segnalata la fortissima sensibilità dell’opinione pubblica italiana sulla questione umanitaria e su quella migratoria, cui è legata la gestione dei centri di detenzione che osservatori indipendenti giudicano spesso agghiacciante.
L’incontro tra Conte e al Sarraj
Il problema è che Sarraj guida un governo debole, con sede a Tripoli, costantemente minacciato dal generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica. L’Italia, ribadendo il suo sostegno all’esecutivo della Tripolitania, chiede “una sinergia più forte” con le agenzie Onu, che monitorano gli standard umanitari nei centri di detenzione. “Continuiamo a sollecitare tutte le parti ad adottare tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile, nel rispetto del diritto umanitario”, spiegano fonti dell’esecutivo.
La stabilizzazione della Libia
Ma, per stabilizzare la Libia, lo sforzo dev’essere internazionale: Palazzo Chigi fa sapere voler agire di concerto con i partner internazionali, Parigi in testa. Naturalmente, poi, ci si coordina con l’inviato delle Nazioni Unite Ghassan Salamé. “Pensiamo che le iniziative diplomatiche in corso di organizzazione potranno rappresentare un prezioso aiuto”, sottolineano le fonti di Palazzo Chigi.
La riunione ministeriale
Tra le iniziative della diplomazia, c’è infatti l’ipotesi di una riunione ministeriale sulla Libia a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la prossima settimana. In autunno, poi, è in programma una conferenza internazionale a Berlino. In una prima riunione preparatoria, proprio in Germania, si è tracciata la strada: subito un cessate-il-fuoco, per riprende il percorso di pacificazione interrotto dopo il tentativo nato dalla riunione di Abu Dhabi.
I flussi migratori
Da un lato, Roma vuole arginare il più possibile i flussi migratori via mare, per ovvi motivi che toccano un nervo scoperto della politica interna. Dall’altro, però, l’Italia promuove attività umanitarie, come l’assistenza che verrà fornita a minori provenienti da Bengasi, trasportati su un aereo della Difesa italiana. A breve è previsto il suo arrivo all’aeroporto militare di Roma Ciampino. I piccoli pazienti, affetti da gravi patologie ematologiche, saranno presi in cura dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
(LaPresse)