Spazio, satellite Solar Orbiter parte per la Florida

Solar Orbiter, missione dell'Agenzia Spaziale Europea dedicata allo studio del Sole, ha completato tutti i test ed è pronta per essere trasportata a Cape Canaveral, in Florida, in vista del lancio, previsto nel febbraio 2020.

(Xinhua/Zhang Wenjun)(wjq)

MILANO – Solar Orbiter, missione dell’Agenzia Spaziale Europea dedicata allo studio del Sole, ha completato tutti i test ed è pronta per essere trasportata a Cape Canaveral, in Florida, in vista del lancio, previsto nel febbraio 2020. Costruito da Airbus a Stevenage, nel Regno Unito, il satellite studierà nel dettaglio il Sole per comprendere meglio i suoi effetti sul sistema solare. Solar Orbiter, spiega un comunicato, è dotato di una serie di strumenti complementari che misureranno le caratteristiche del plasma solare (particelle, campi elettrici e magnetici) che attraverserà, effettuando allo stesso tempo osservazioni sulla superficie del Sole, sull’atmosfera esterna, sulla fotosfera e sulla corona solare. Nel suo punto più vicino al Sole, Solar Orbiter sarà più vicino al Sole del pianeta Mercurio, a una distanza di 0,28 Unità Astronomiche (42 milioni di chilometri), in un’orbita che lo porterà fuori dal piano dell’eclittica. Da qui, potrà eseguire osservazioni di lunga durata della stessa regione della superficie solare e scrutare le regioni polari del Sole. Sarà uno degli approcci più vicini al Sole mai realizzati da un satellite, in un ambiente in cui i raggi solari sono tredici volte più intensi che nell’orbita terrestre.

Lo scopo

 “Solar Orbiter è uno dei satelliti più stimolanti e appassionanti che abbiamo mai progettato e realizzato qui a Stevenage. Mandarlo così vicino al Sole significa che alcuni elementi dovranno resistere a temperature superiori a 500°C, mentre altri, permanentemente in ombra, saranno sottoposti al freddo estremo, con temperature fino a -180°C. Affinché questi strumenti, ultra sensibili, possano misurare i diversi campi di particelle solari, il satellite stesso deve essere totalmente invisibile ai propri sensori, un vincolo che ci ha spinti ai limiti di ciò che è tecnicamente realizzabile”, ha dichiarato Eckard Settelmeyer, Head of Earth Observation di Airbus, Navigation and Science Institutional Satellite Projects.

LaPresse

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