Tribunale Napoli Nord, Lauro: un fallimento

Al Tribunale Napoli Nord mancano 54 impiegati, l’ufficio del Giudice di Pace ha un arretrato di 16mila sentenze

Gianluca Lauro

AVERSA – Gianluca Lauro è un avvocato civilista ed è presidente dell’Ordine degli avvocati del tribunale di Napoli Nord. La politica forense lo ha sempre appassionato. Gli abbiamo chiesto quale sia il suo pensiero su professione, giustizia e carenza di personale negli uffici del tribunale di Napoli Nord.
Presidente, un incarico di responsabilità che va ben oltre il prestigio della categoria. Un momento anche storico in cui si avverte una sostanziale riforma del sistema giudiziario?
La riforma del sistema giudiziario di cui lei parla, purtroppo, è solo una chimera e proprio in Fori come il nostro, con un organico di amministrativi pari a poco più di 100 unità, si avverte forte il disagio, non solo degli Avvocati ma anche dei cittadini.
Quali sono le sfide più significative che l’Ordine degli avvocati di Napoli Nord sta affrontando attualmente e come intende affrontarle?
La sfida a cui siamo stati subito chiamati è più che altro una battaglia per la civiltà; il nostro tribunale, quello di Napoli Nord, è stato originariamente strutturato con un carico ‘zero’ di cause, il che, dopo 10 anni dalla sua inaugurazione, si evidenzia come un fallimento, una vera e propria negata giustizia; un milione di abitanti (considerato l’intero Circondario del tribunale di Napoli Nord), flussi tra i più elevati d’Italia, con un organico di amministrativi, sulla carta, di sole 154 unità, ma effettivamente in servizio decisamente meno; l’ufficio del Giudice di Pace di Napoli Nord con un arretrato di 16mila sentenze da pubblicare, il che si traduce in negata giustizia; da ultimo, il provvedimento di sospensione delle udienze nello stesso ufficio disposto dalla presidenza del tribunale di Napoli Nord; contro queste tristi evidenze combattiamo, ogni giorno, cercando soluzioni, anche a Roma, dove mercoledì siamo stati ricevuti dal Gaetano Campo (capo del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, ndr) che ci ha fatto intravedere qualche spiraglio per il prossimo futuro.
Si legge con frequenza che la carenza degli organici negli uffici giudiziari del tribunale di Napoli Nord mette in difficoltà i professionisti forensi e innesca il rallentatore nella definizione dei procedimenti.
Basti pensare che, soprattutto negli uffici ‘minori’, proprio quelli che si sono visti ampliare fortemente l’area di competenza, il che comporterà un rapido aumento del carico di lavoro, la situazione è terrificante, le cancellerie sono vuote, senza personale, quei pochi giudici sono praticamente abbandonati a se stessi, l’avvocato è costretto ad arrendersi, il cittadino suo cliente si vede negata la giustizia.
Qual è la sua opinione sullo stato attuale del sistema giudiziario nel tribunale di Napoli Nord e quali potrebbero essere le possibili soluzioni per migliorarne l’efficienza?
Nel ricollegarmi a quanto già detto, l’intervento necessario nell’immediato è la rivisitazione della pianta organica che necessiterebbe di almeno ulteriori 300 unità, parliamo di amministrativi; un intervento del genere consentirebbe al circondario di mettere finalmente in moto la macchina della giustizia del nostro tribunale.
Come si è adattato il Consiglio dell’Ordine agli sviluppi normativi e legislativi recenti riguardanti la professione legale?
Abbiamo da subito organizzato, in stretta collaborazione con l’Università Vanvitelli che ringraziamo, una serie di corsi necessari ed utili per l’aggiornamento e la formazione rispetto alle nuove norme, tantissime, che hanno completamente rivisto la posizione dell’Avvocato quale primo agente a tutela del cittadino.
Come giudica la riforma Cartabia?
Non è importante il mio giudizio, l’unica cosa che mi limito a dire è che anche la riforma Cartabia, come tutte le riforme precedenti, è stata varata senza fondi, a costo zero, tutto è affidato, quindi, alla capacità ed alle coscienze degli operatori che, a fronte di una pianta organica misera come quella di Napoli Nord, spesso sono costretti ad arrendersi; pensiamo per un attimo ad uno solo di quei soggetti (avvocato e/o il suo cliente) che attende disperato che sia pubblicata la sua sentenza, una di quelle 16mila che riposa negli armadi dell’ufficio del Giudice di Pace di Napoli Nord.
Si parla spesso di riforma intercettazioni. Lei che impressione ne ha?
Io non sono un penalista, ma in Consiglio ce ne sono di bravissimi, con i quali mi confronto continuamente; mi permetto solo di dire che i testi delle trascrizioni delle intercettazioni mai dovrebbero essere pubbliche, è una stortura che spesso genera meccanismi perversi, tutti a danno dell’indagato/imputato e dei suoi avvocati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome