Alla riscoperta degli agriturismi

Con l’ingresso in zona gialla da lunedì è boom di prenotazioni nelle campagne

NAPOLI– La primavera può dirsi finalmente cominciata. Con le nuove disposizioni ministeriali, la Campania torna in zona gialla e questo significa che potranno riaprire tutti gli agriturismi della nostra Regione che hanno atteso a lungo chiusi.
Un via libera nazionale, che riguarda tutte quelle le Regioni la cui situazione sanitaria permette di tornare a una semi-normalità. Dopo tanti mesi trascorsi in casa è grande il desiderio di tutti di immergersi nella natura e di stare all’aperto, sempre e comunque nel rispetto delle norme sanitarie.

Gli agriturismi tornano dunque a riempirsi: 8 strutture su 10, secondo una stima di Coldiretti, per un totale di quasi diecimila realtà con attività di ristorazione presenti nelle regioni gialle riaprono. Ed è subito boom di prenotazioni per la settimana del primo maggio, che da sempre gli italiani dedicano a scampagnate e gite fuori porta.

Nelle campagne, sottolinea la Coldiretti, ci si sta organizzando con la disposizione all’aria aperta dei tavoli ma secondo Campagna Amica c’è anche chi è pronto ad offrire agli ospiti la possibilità di cenare sotto gli uliveti in mezzo alle vigne che stanno germogliando oppure nell’orto per raccogliere direttamente la verdura. Dal pranzo sul plaid con i piedi sull’erba, all’agri-aperitivo a bordo piscina o tra i filari fino alle balle di fieno nell’aia usate come sedie sono molte le proposte creative per la riaperture in piena primavera. “Una stagione – sottolinea l’associazione di categoria – particolarmente apprezzata dagli amanti della campagna per assistere al risveglio della natura con piante, fiori e uccelli migratori, ma anche delle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie da portare in tavola”.

La riapertura è molto attesa dopo che le chiusure a singhiozzo dall’inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori agrituristici con perdite di fatturato stimate alla Coldiretti in 1,2 miliardi di euro. La cucina resta l’attività più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi che conservano ricette della campagna tramandate da generazioni, ma sono sempre più diffusi programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking e non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici.

Andiamo dunque alla scoperta delle zone più belle della Campania in cui tornare a immergersi. Tra le mete prescelte dal visitatore nella nostra Regione c’è senza dubbio il Cilento. Con i suoi colori vivaci e il suo clima fresco, il Cilento è ricco di oasi naturalistiche e agriturismi in cui poter gustare le prelibatezze gastronomiche del posto. Da Torchiara ad Agropoli passando per Casal Velino e Ascea, si possono trovare in questa zona decine di strutture in cui potersi rilassare all’ombra degli ulivi e rifocillare a bordo piscina.
Altrettanto amata dai campani è però tutta l’area che abbraccia l’Irpinia, dove il clima, per l’altitudine più elevata, si fa più fresco. Vini, marmellate, formaggi e salumi dell’Avellinese da assaggiare in loco e da acquistare tra Frigento, Pietrastornina e, su tutti, Ariano Irpino.

Nonostante la riapertura di lunedì sia accolta, naturalmente, con un sospiro di sollievo per l’intera categoria di ristoratori, lascia tuttavia l’amaro in bocca la decisione di conservare il coprifuoco delle 22. Per gli agriturismi si tratta di un disagio di non poco conto: considerato, infatti, che queste strutture si trovano spesso in luoghi isolati, o comunque distanti dai centri abitati, risulterà difficile per i cittadini raggiungere e lasciare l’agriturismo in tempo per tornare a casa entro l’orario stabilito per il coprifuoco. L’agriturismo continua in ogni caso a svolgere un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy post covid “perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare l’affollamento” sottolinea Diego Scaramuzza presidente di Terranostra nel precisare che “nelle campagne italiane le distanze si misurano in ettari e non in metri”.

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