Autonomie, come distogliere l’attenzione dai problemi veri

Calderoli ‘corre’ a confrontarsi con De Luca: un anno per le intese

Da sinistra, il ministro Roberto Calderoli e il governatore Vincenzo De Luca

CASERTA (Anastasia Leonardo) – Un incontro annunciato in pompa magna neanche fosse quello di Garibaldi e Vittorio Emanuele, un profluvio di agenzie da Palazzo Santa Lucia come se il problema del secolo fosse stato risolto: poi vai a sentire il ministro e per ‘chiudere’ il discorso se ne passerà almeno un anno. Ha dell’assurdo tutto questo parlare dell’autonomia differenziata, tema del quale non esiste ancora un provvedimento, una bozza, un foglio di carta e già siamo alle minacce di ricorso alla Corte costituzionale. Cose che accadono solo in Italia, dove ormai pure i bambini sanno che il sistema per non affrontare i problemi, quelli veri, quelli per i quali non è stata trovata alcuna soluzione, è meglio inventarsi un diversivo sul quale accapigliarsi per settimane sui giornali.

Nessuna risposta ai quesiti degli italiani

L’autonomia differenziata è un tema perfetto allo scopo: si parla del nulla, per non rispondere ai quesiti legittimi degli italiani rispetto al caro bollette, alla spesa che non si può fare più, ai salari che non aumentano mentre la vita è diventata economicamente insostenibile. E allora organizziamolo, va, questo incontro tra un ministro e un presidente di Regione: un ministro di centrodestra che si scomoda per andare fino in casa del governatore di centrosinistra, cose mai viste prima.

Il verbo del presidente

Era in programma alle 14 di ieri, dalle 16 i portavoce di Vincenzo De Luca hanno cominciato a diffondere il verbo del presidente: “C’è stata una svolta radicale, nel senso che anche il ministro ha accettato l’impostazione di fondo della Campania, cioè prima di parlare di autonomia definiamo i lep per tutti i cittadini italiani. Definiti questi possiamo definire tutto il resto, questa è una acquisizione di grande rilievo da parte di Calderoli, dobbiamo dargli atto, poi ovviamente dobbiamo vedere la discussione di merito”. E ancora: “Mi pare che Calderoli abbia accettato questa impostazione volta alla concretezza – rimarca De Luca -, noi siamo da decenni a parlare di autonomia, di Sud e decentramento ma abbiamo prodotto solo carte, quindi se riusciamo a produrre qualche risultato vuol dire abbiamo dimostrato capacità di governo a livello nazionale e non solo”.

La versione del ministro Calderoli

Per ore questa è stata l’unica versione dell’incontro a porte chiuse. Fin quando anche Calderoli ha detto la sua a microfoni accesi e la sua versione è stata leggermente diversa da quella di De Luca: “Io non cambio di un millimetro il mio cronoprogramma. non ho detto che farò approvare dal Consiglio dei Ministri perché non è una mia possibilità esprimermi per un organo collegiale, da me dipende portarlo in Consiglio dei Ministri e poi deciderà il Cdm. Al Cdm porto la proposta di legge di attuazione dell’autonomia differenziata, il testo che presenterò prima alla Conferenza delle Regioni e poi in Consiglio dei Ministri. E’ ardito pensare che i Lep vengano scritti in 6 mesi? Se non si inizia a farlo non lo finiamo più. Diamo 6 mesi per definirli, scrivere dei numeri, e se entro 12 mesi questo non si realizza arriva un commissario”. Il commissario. Come nella più italiana delle storie.
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