Business sulla pelle degli ultimi, blitz anti capolarato al Nord

Il cuore dell'inchiesta nella provincia di Cremona

Foto LaPresse - Adriana Sapone

CREMONA – Il business sulla pelle dei migranti. Il capolarato è vivo e vegeto e funziona a pieno regime al Nord. La polizia di Cremona sta eseguendo ordinanze di custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora a carico di un sodalizio criminale accusato di aver reclutato e sfruttato manodopera irregolare.

Inchiesta lunga più di otto mesi

Gli agenti hanno lavorato senza sosta tra aprile e novembre, scoprendo lo sfruttamento degli extracomunitari nel business della raccolta dagli indumenti usati, da rivendere poi nei mercati del Africa. I reati sono stati commessi principalmente nella provincia di Cremona (in particolar modo, nel circondario della cittadina di Soresina). MBla anche in altre province settentrionali (Como, Bergamo e Reggio Emilia).

La ‘retribuzione’

Gli stranieri impiegati venivano pagati 3 euro l’ora. Una retribuzione naturalmente sproporzionata rispetto al lavoro prestato. Il tutto senza rispettare le norme in materia di sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro. Condizioni degradanti. Ancora affari sulla pelle degli ultimi.

1 commento

  1. La soluzione c’è: non fare piu’ entrare nessun clandestino. Il divieto di ingresso agli extracomunitari serve proprio ad evitare che finiscano a fare lavori al nero nel migliore dei casi. Altrimenti, delinquenza.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome