Calandrini: le famiglie sono stremate e Draghi non ha piani per ripartire

NAPOLI – Lavoratori che attendono per mesi di ricevere la cassa integrazione. Aziende costrette ad aspettare l’ultimo istante utile per sapere se la richiesta di Cig è stata accettata. Decreto Sostegni ancora in fase di elaborazione (il governo, dopo mille rinvii, ha annunciato il via libera per venerdì). A un anno dallo scoppio della pandemia, la sensazione è che si navighi a vista: tra quanto accadeva con il governo guidato da Giuseppe Conte e quanto stiamo osservando ora che a Palazzo Chigi c’è Mario Draghi la differenza è solo nello stile di comunicazione. “Cronache” ha chiesto a Nicola Calandrini, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Bilancio al Senato, e dunque tra i principali protagonisti delle discussioni di queste ore in materia economica, lo stato dell’arte.
Senatore, aziende e lavoratori sono esasperati dai ritardi nell’erogazione della cassa integrazione da parte dell’Inps guidato da Pasquale Tridico…
I ritardi con cui si sta erogando la cassa integrazione ci preoccupano perché molti lavoratori sono stremati e l’Inps non riesce a dare risposte celeri. La crisi pandemica sta mettendo in ginocchio le famiglie che hanno visto contratto il loro reddito e che attendono anche per mesi che gli sia erogata la Cig, spesso la sola fonte di sostentamento. Ma ciò che ci preoccupa di più è che sembra che il governo non abbia un piano per ripartire. Stiamo andando avanti votando scostamenti e finanziando deficit per misure di assistenzialismo necessarie in un primo momento, certamente. Ma ad un anno dallo scoppio della pandemia ci aspettiamo che il governo guidato da Mario Draghi metta in campo anche misure che favoriscano la ripresa dell’economia e che siano in grado di tutelare l’occupazione quando finiranno sia la cassa Covid che il blocco dei licenziamenti.
Intanto sul Decreto Sostegni siamo ancora agli annunci: lei, dal suo osservatorio della commissione Bilancio, che sensazioni ha?
Ci aspettiamo molto dal Decreto Sostegni anche se al momento non ne conosciamo i contenuti se non per quelli che trapelano dalla stampa. Abbiamo la sensazione che in oltre un mese da quando si è insediato il governo, la sola cosa che sia cambiata è il nome del provvedimento, mutato da Ristori a Sostegno. Purtroppo un cambio di nome è inutile senza un cambio di contenuti. Fratelli d’Italia da tempo ha avanzato le sue proposte, frutto dei confronti che abbiamo avuto con famiglie, imprese e professionisti. I bonus a pioggia hanno effetti molto limitati e sono ben poca cosa se confrontati con le perdite dovute a restrizioni e chiusure disposte dai vari decreti che si sono succeduti nel tempo. Noi pensiamo che la ricetta passi per un sostegno concreto, riducendo ad esempio i costi fissi delle imprese che continuano a pesare anche in caso di stop all’attività. Così come chiediamo un anno fiscale bianco per dare respiro a chi è entrato in difficoltà. La nostra leader Giorgia Meloni ha chiesto a Mario Draghi fin dalle consultazioni di sospendere il cash back: ci sono 5 miliardi di euro che potrebbero essere destinate a famiglie e imprese, non possono essere buttati in inutili premi a chi ha pagato con carte di credito.
Cosa chiede Fratelli d’Italia, dall’opposizione?
Il governo Draghi ci ascolti e cambi veramente passo rispetto al suo predecessore anche nel rapporto con le opposizioni. Ci auguriamo che accolgano le nostre proposte, di buon senso, e le inseriscano nel Decreto Sostegni e negli altri provvedimenti futuri, per dare modo all’Italia di ripartire e mettersi alle spalle la crisi pandemica”.

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