Calcio, Insigne fa felice il Napoli nell’ultima al ‘Maradona’: Genoa negli abissi

Come nelle favole più belle. Lorenzo Insigne saluta il 'Maradona', la casa dei suoi sogni, mettendo il sigillo sul successo del Napoli contro il Genoa e salutando una folla festante tutta per lui, idolo pronto ad 'emigrare' in Canada.

ROMA – Come nelle favole più belle. Lorenzo Insigne saluta il ‘Maradona’, la casa dei suoi sogni, mettendo il sigillo sul successo del Napoli contro il Genoa e salutando una folla festante tutta per lui, idolo pronto ad ‘emigrare’ in Canada. La vittoria per 3-0 dei partenopei con cui gli uomini di Spalletti blindano il terzo posto in classifica, condannando i rossoblù alla serie B (anche se la matematica ancora li tiene in vita) e scrive una pagina sportiva da dedicare interamente al fantasista che in lacrime, saluta il suo pubblico sulle note finali di ‘O surdato ‘nnammurato’.

Al fischio finale, è già nostalgia per il campione d’Europa che ha firmato 122 reti, issandosi al secondo posto all-time dei partenopei (superato Marek Hamsik). Prima della gara una lettera d’addio piena di amore e di affetto, poi a fine match un giro d’onore tra cori e slogan, lacrime trattenute a stento e pubblico in piedi (anche quello di fede genoana) per l’ultimo rande tributo al fantastico azzurro.

Dalle lacrime di commozione del popolo partenopeo a quelle di rabbia e di rassegnazione della tifoseria del Grifone, che vede ormai il baratro della B ad un passo. Una manciata di occasioni gettate al vento (due quantomeno clamorose quelle di Portanova) sintetizzano la stagione dei liguri, che con appena quattro vittorie in campionato non sono riusciti a ribaltare il pronostico.

Per la sua ultima al ‘Maradona’ il goleador non poteva partire che titolare. C’è ancora Mertens (fuori Zielinski) mentre Anguissa è confermato a centrocampo. Nel Genoa Destro parte dalla panchina, al suo posto Yeboah. Alle sue spalle Gudmundsson, Amiri e Portanova con Criscito titolare in difesa, a sinistra. I rossoblù, obbligati a vincere per tenere vive le speranze salvezza, partono decisi al 3′ vanno in rete con Gudmundsson che sfrutta un rimpallo e calcia a rete ma la sua posizione è nettamente in fuorigioco. Dieci minuti dopo è invece la traversa, su un destro da fuori area di Yeboah, a negare al Grifone il vantaggio. Gli avvertimenti sono chiari e il Napoli inizia piano piano a scuotersi e a prendere campo. Insigne ha una voglia matta di incidere per la sua ultima recita e trascina la squadra con le sue giocate cercando più volte il fraseggio con Mertens.

La prima vera occasione di padroni di casa arriva al 28′ con il classico tiro a giro dell’attaccante napoletano con la palla che sfiora la traversa. E’ il segnale di un Napoli vivo. La squadra di Spalletti inizia infatti a pressare con maggiore insistenza e dopo aver rischiato di subire lo svantaggio per un errore di Portanova che solo davanti a Ospina si fa ipnotizzare dal portiere, trova la via del gol con Osimhen. Di Lorenzo crossa dalla destra il nigeriano va a colpire con un terzo tempo perfetto e supera Sirigu di testa. Da qui in poi il Napoli prende in mano la gara. Insigne si inventa un doppio sombrero lungo la linea di fondo che esalta il pubblico del ‘Maradona’, Mertens scucchiaia in area per Osimhen che di un soffio non trova il pallone per il raddoppio. Poi è ancora il numero 10 partenopeo a regalare un numero calciando di prima, di collo destro, non trovando la porta di Sirigu.

E’ un monologo partenopeo. Il Genoa è alle corde e ha bisogno di una reazione per provare a restare aggrappato ad una speranza. Ma serve precisione e freddezza sottoporta. Quella che non ha Portanova che getta al vento un’altra facile opportunità al 54′: liberato in area dalla rasoiata di Amiri resiste alla carica di Mario Rui ma al momento di concludere il suo destro è debole e ravvicinato e Ospina respinge. A bruciare un’altra chance per i rossoblù ci pensa poi Criscito che calcia a lato con il mancino da ottima posizione. I due episodi sono la svolta del match. Il Napoli torna sotto e si guadagna un rigore per un fallo di mano in area di Hernani. Insigne dal dischetto ha l’opportunità di chiudere il cerchio e mettere il sigillo su un pomeriggio che farà storia. Ma davanti ad un ‘Maradona’ pronto ad esplodere di gioia, al numero 10 servono due penalty per fare centro. Il primo rigore lo sbaglia colpendo il palo (sulla ribattuta Di Lorenzo fa centro) ma l’arbitro fa ripetere la massima punizione, per un ingresso anticipato in area di alcuni giocatori. Al secondo tentativo Lorenzo fa centro raccogliendo l’abbraccio di uno stadio tutto per lui.

Il match non ha più nulla da chiedere. C’è tempo solo per il tris firmato da Lobotka, appena entrato al posto di Fabian Ruiz, e agli applausi, a tre minuti dalla fine, per Insigne, che dopo l’ultima recita a La Spezia, saluterà Napoli, per una nuova avventura. ‘Maradona’ s’inchina, lui ringrazia, fa il giro d’onore e rivela: “Napoli è casa mia, ho dato tutto per questa maglia. Ma non ho rimpianti”. La vita ricomincia.

LaPresse

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