Carte false per gli stranieri, in 6 nei guai

Da sinistra, Massimo Letizia e Assunta Iatommasi, Maria Simonelli, Pasquale Foniciello

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Avrebbero messo in piedi una organizzazione per favorire l’immigrazione clandestina producendo atti e documenti falsi anche per la patente provvisoria (foglio rosa), la patente di guida e falsi contratti di lavoro nell’azienda agricola di uno dei coinvolti nell’inchiesta. Stando alle indagini in alcuni casi avrebbero accompagnato gli stranieri da ‘regolarizzare’ presso la Questura di Napoli e Caserta per ricevere poi la necessaria documentazione all’Ufficio immigrazione. Sei persone sono indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, errore determinato dall’altrui inganno, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falso materiale commesso dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative e falso materiale commesso dal privato. Il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso l’avviso della conclusione delle indagini preliminari per i coinvolti.

I nomi

Si tratta di Massimo Letizia, 53 anni, di Santa Maria Capua Vetere; della moglie Assunta Iatommasi, 51 anni, del figlio Alfonso Letizia, di 29 anni, residente a Maddaloni. Indagati anche Maria Simonelli, 47 anni, praticante avvocato, di San Nicola la Strada; Pasquale Foniciello, 46 anni, di Casapulla, tipografo, e Giovanna Gaiangos, 46 anni, di Giugliano. La Procura ha notificato agli interessati l’informazione di garanzia dopo le indagini espletate dalla polizia. Stando alla stessa indagine sinora portata a termine, a fornire in alcuni casi i falsi contratti di lavoro sarebbe stato Massimo Letizia, titolare di una ditta individuale per la coltivazione di alberi da frutta. Lo stesso Letizia, la praticante avvocato Simonelli, la moglie di Letizia e il figlio, secondo la Procura, avrebbero messo in atto una vera e propria attività di ricerca di persone extracomunitarie interessate ad ottenere il rilascio di un titolo che permettesse loro di mettere fine alla permanenza illegale sul territorio nazionale. Per fornire loro la documentazione avrebbero intascato dagli stranieri la somma di 2mila e 500 euro.

Le accuse

Per la Procura, i falsi contratti di assunzione presso l’azienda di Letizia e le altrettanto false attestazioni di ospitalità presso la residenza di Letizia a della moglie a Santa Maria Capua Vetere venivano poi presentate all’ufficio Immigrazione della Questura di Caserta. Anche attraverso la praticante avvocato avrebbero poi fornito assistenza materiale e legale per l’istruzione delle pratiche fino ad accompagnarli fisicamente allo stesso ufficio a Caserta. Per la Procura ad occuparsi materialmente della contraffazione dei documenti era Foniciello, in qualità della tipografia di cui titolare. La moglie di Letizia e la Gaiangos avrebbero avuto un ruolo di collaboratrici dell’uomo; si sarebbero infatti occupate di portare e poi ritirare in tipografia da Foniciello i documenti falsi da stampare nonché di retribuire il lavoro svolto da Foniciello. In alcune casi le due donne avrebbero provveduto a recuperare i soldi dovuti da quanti si rivolgevano a Letizia per il rilascio del figlio rosa o della patente di guida.

Le indagini nel 2021

I reati ipotizzati si sarebbero consumati dall’aprile del 2021 e l’ottobre dello stesso anno. La Simonelli, sostiene la Procura, accreditata da Letizia quale professionista accreditata e specializzata nelle pratiche di immigrazione, si sarebbe occupata di curare personalmente le pratiche amministrative istruite presso l’ufficio immigrazione della Questura di Caserta (a volte, presso la Questura di Napoli). Li avrebbe accompagnati dopo averli istruiti sul da farsi e sulla versione da dichiarare per il buon esito della richiesta di protezione internazionale o umanitaria avanzata.
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