Consiglio dei ministri, il piano disperato di Tria per evitare la procedure Ue

Intorno alle 19, poco prima che il premier Giuseppe Conte prenda il volo per il Giappone, i ministri relazioneranno sulla 'spada di Damocle' dell'Ue

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Giuseppe Conte, Giovanni Tria

ROMA – Evitare la procedura di infrazione con una riduzione del debito pubblico per il 2019 e, contemporaneamente, tenere a bada dissapori interni e vere e proprie steccate da parte dei ‘quasi-ex’ alleati leghisti: sono con le spalle al muro i Pentastellati di Luigi Di Maio. E’ per questo che alla riunione del consiglio dei ministri di stasera a tenere banco sarà la ‘questione infrazione’. Intorno alle 19, poco prima che il premier Giuseppe Conte prenda il volo per il Giappone, i ministri relazioneranno sulla ‘spada di Damocle’ dell’Ue. La commissione europea attenderà infatti fino al 2 luglio prima di chiedere agli Stati dell’Unione di avviare la procedura contro l’Italia.

Il mef ‘anti-infrazione’: il piano disperato di Tria per salvare i pentastellati

Perché prima o poi arriva per tutti il momento di fare i conti con l’oste. e dopo aver promesso mari a monti al fine di ottenere consensi, accumulando debiti su debiti, non ultima la famigerata flat-tax promessa dal capo del Carroccio. Ora dovrà pensarci il ministro all’economia Giovanni Tria a togliere le castagne dal fuoco. Con un Mef nuovo, modificato, in cui si prevede un abbassamento del deficit per il 2019 fino ad 8 miliardi di euro. In tal modo scongiurando la procedura d’infrazione di Bruxelles. L’incontro arriva a poca distanza dalla riunione straordinaria del 30 giugno sulle nomine per il prossimo ciclo istituzionale.

I grillini assediati su tutti i lati, il Carroccio: “Sulle autonomie si nascondono dietro i burocrati”

Ma non è soltanto il problema dell’infrazione a gettare ombre scure sul futuro dei grillini. Visti scalzati alle elezione europee i 5 Stelle vedono gli alleati farsi sempre più aggressivi. La mancata relazione sulle autonomie regionali alla riunione di ieri, che i 5 Stelle hanno chiesto di rimandare, fa infatti alzare la voce ai ‘colleghi’ del Carroccio. Secondo cui i cinquestelle “fanno muro e si nascondono dietro i burocrati”. All’incontro hanno partecipato il presidente Conte, i due vicepremier Salvini e Di Maio (sostituito all’ultima ora da Giancarlo Giorgetti), il ministro agli affari regionali Erika Stefani, il vice ministro all’Economia Massimo Gervagli, il ministro per gli affari regionale Riccardo Fraccaro, e il sottosegretario agli affari regionali Stefano Buffagni. Per i leghisti “l’ennesima riunione a vuoto, i 5 Stelle chiedono tempo: nessun nodo risolto, bloccano qualsiasi iniziativa”.

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