Ue, Conte: “Misure insufficienti, serve il Recovery Fund da almeno un trilione”

Le dichiarazioni del premier

FIRENZE “La crisi da Covid è una sfida grave e senza precedenti per l’Unione Europea. E rende ancor più necessario un approccio al Progetto europeo a prova di futuro. Il nostro continente prevarrà solo se sarà capace di rimanere unito. E di realizzare una risposta coordinata basata sul principio fondamentale di solidarietà”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiudendo con il suo intervento, in videocollegamento, i lavori di ‘The State of the Union’, incentrato quest’anno sull’emergenza coronavirus. E che, proprio a causa delle misure per il contenimento del contagio, si svolge interamente online e in un’unica giornata.

Una risposta comune

“Se vogliamo superare la crisi sanitaria ed economica, una risposta coordinata e basata sulla solidarietà deve essere globale, come ho sottolineato in tutti i fori istituzionali, non solo ai Consigli Europei, ma anche nelle videoconferenze del G7 e del G20 e lunedì scorso alla “Pledging Conference UE Coronavirus Global Response”.

Conte: “Sure-Bei e Mes sono insufficienti”

“L’Europa deve agire senza ulteriore indugio per avviare la ripresa economica. A questo scopo, le tre misure (SURE, BEI, MES) sono insufficienti, ammontando ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella statunitense, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie. Il prestito effettivo del “Recovery Fund” sui mercati (distinto dalle risorse totali che esso mobilita) dev’essere di notevole dimensione, almeno 1 trilione di euro. Per portare la dotazione totale della risposta economica europea (calcolando SURE, BEI, MES) in linea con le necessità finanziarie complessive dell’UE che la maggior parte degli esperti e delle istituzioni – inclusa la BCE – stimano in più di 1,5 trilioni di euro, al netto delle garanzie di Stato”.

La linea dura di Conte

“Siamo alle prese con uno shock economico simmetrico, a differenza delle crisi del 2008 e del 2010-11. La risposta dunque deve essere diversa da quella adottata nelle citate crisi. Abbiamo bisogno di una risposta appropriata e coraggiosa, invece che di misure e azioni che possano causare ulteriori divergenze fra le economie europee. Come accaduto nel 2008 e nel 2010-11″. “Se non adottiamo e attuiamo rapidamente una risposta europea coordinata basata sulla solidarietà, sul coraggio, su misure straordinarie all’altezza della sfida senza precedenti ha aggiunto il premier – sarà lo stesso progetto europeo ad essere in gioco. Le sfide nella crisi attuale sono una ripresa tempestiva e piena delle economie europee interconnesse, il Mercato Unico, che è un pilastro fondamentale dell’Unione Europea e le catene di valore che sono al cuore dell’industria europea. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e dobbiamo tutti fare affidamento gli uni sugli altri”.

(LaPresse)

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