Correre e pulire la strada: ecco il plogging

Scarpe comode e sacco della spazzatura: gli attrezzi per lo sport al passo con l’ambiente

NAPOLI – Si chiama “plogging” ed è il nuovo sport che impazza in tutti i Paesi del mondo. Consiste nella raccolta dei rifiuti che si trovano sul proprio percorso mentre si corre. Ogni corridore, armato di guantoni e un sacco della spazzatura, si impegna in prima persona a ripulire la pista sulla quale pratica jogging.
L’attività sportiva più “green” che sia mai stata concepita è nata in Svezia, Paese particolarmente attento alle tematiche ambientali, e da lì si è pian piano diffusa in tutta Europa e nel mondo.

La parola che ha dato il nome a questo inedito sport è appunto un neologismo nato in terra scandinava, formato dal verbo svedese “plocka upp”, che significa “raccogliere” e “jogging”, letteralmente “correre”.

Allenarsi, dunque, interrompendo di tanto in tanto la propria corsa per fermarsi a raccogliere qualsiasi tipo di rifiuto in cui ci si imbatte. Mozziconi di sigarette, buste di plastica, bottiglie, scontrini. Tutto ciò che costituisce un elemento inquinante finisce, secondo l’unica regola del ‘gioco’, dentro il sacco dell’immondizia.

Un’attività sportiva completa: alla corsa si aggiungono infatti tanti altri esercizi corporali. A partire dagli squat, ovvero dei ripetuti piegamenti sulle gambe che servono ad allenare i muscoli. Esercizio che se ripetuto aiuta a rinforzare e a tonificare le gambe. Un valido sostituto della palestra, che, in più, fa anche bene all’ambiente.

Il plogging è arrivato anche in Italia: impazzano lungo tutta la Penisola decine di attività volte alla promozione di questa originale pratica, è proprio il caso di dire, “al passo” con l’ambiente.

E, naturalmente, a corsa finita, ogni runner fa bene a condividere sui social l’esperienza appena vissuta, per stimolare negli altri utenti il senso di responsabilità ambientale e, perché no, invitarli a mettere in pratica l’ecologico esercizio fisico.
Le prime città italiane a rispondere con entusiasmo alla nuova tendenza sportiva sono state Milano, Bergamo, Bologna, Firenze e Monza, dove gruppi di “spazzorunners”, come sono stati soprannominati, hanno iniziato a riunirsi per pulire, correndo, i parchi e le vie che percorrevano.

Dal nord Italia il “plogging” si è poi diffuso lungo la penisola, e la Campania, come sempre sensibile alla salvaguardia dell’ambiente, sta rispondendo anche in questo caso con grande entusiasmo.

Proprio questo pomeriggio a Napoli un nutrito gruppo di corridoi si è dato appuntamento alle 18 e 30 in piazza Dante, sotto la statua del famoso poeta, per andare in giro a passo sostenuto a raccogliere la plastica che troverà lungo il suo giro. L’iniziativa è promossa dal gioco “Prendi3”, che consiste nel raccogliere tre oggetti di plastica che si trovano nel posto in cui ci si trova. Stavolta, però, non varrà la “regola del tre”, anzi: quanti più oggetti si raccoglieranno tanto più l’esercizio sarà stato utile all’ambiente.

Un altra “seduta di plogging” si è svolta, sempre a Napoli, domenica scorsa a Posillipo, quando la Fondazione Cariello Corbino ha promosso un’opera di pulizia e sport in via Posillipo insieme a Retake Napoli e ai residenti dell’ Associazione Marzano Villanova Porta Posillipo. Anche a Caserta si diffonde sempre più questo sport: lo scorso 19 maggio tanti sportivissimi ambientalisti hanno celebrato la “giornata del plogging”, ripulendo il parco della Reggia di Caserta, liberato dai vari scarti lasciati da visitatori incivili. L’iniziativa, promossa dall’associazione “Vivi la Reggia”, ha visto la partecipazione di tanti volontari, riuniti in associazioni a tutela dell’ambiente e, soprattutto, attive nella difesa del proprio territorio come “Amatori Caserta”.
Il bellissimo messaggio lanciato da questo nuovo e originale sport è quello che, se lo si vuole, il cambiamento è davvero possibile, e passa attraverso l’impegno di ciascuno di noi. Che sia una manifestazione di piazza o una corsetta: la Natura, in ogni modo ci venga in mente di aiutarla, ci ringrazierà sempre.


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