Costi e sprechi zero con la cucina solare

D’estate impariamo a sfruttare i caldi raggi per la cottura degli alimenti: prepara una fresca insalata con zucchine e foglie di menta. Niente fumo né combustibile nel forno ‘a parabola’: dieta green

© Filippo Alfero / LaPresse Torino, 28/12/2006 Cronaca Sermig, Arsenale della Pace - Torino Nella foto: il forno solare © Filippo Alfero / LaPresse Turin, Italy, 28/12/2006 Sermig, Peace Arsenal - Turin In the photo: the solar oven

NAPOLI – Le ondate di calore, anche troppo intense, sono ormai una costante in queste torride estati tormentate da surriscaldamento globale. La colonnina di mercurio si alza e detta i ritmi delle nostre abitudini di vita: siamo portati a rinchiuderci in casa per evitare l’afa, dormiamo meno e mangiamo poco. La bella stagione invita ad una dieta fatta di cibi semplici, freschi, che facilitino la digestione e da preparare in poco tempo. Anche gli appassionati di cucina, infatti, tendono a scappare dai caldi fornelli per consumare pasti veloci come insalate e panini. Si cercano quindi soluzioni alternative per la cottura degli alimenti, che ci tengano lontani dalle fiamme della cucina e, al tempo stesso, comportino zero impiego di energia, zero costi e, soprattutto, siano completamente ecologiche. Impariamo quindi a conoscere tutti i segreti della cucina “solare”.

Cuocere al sole
Lo facevano le nostre nonne e le nostre mamme, poi queste abitudini ecologiche sono andate via via scomparendo. Ora che il caldo non dà tregua torna in gran voga la cottura “al sole”. L’ideale per questo tipo di cucina è utilizzare le verdure di stagione raccolte nell’orto: pomodori, zucchine, melanzane. Ogni ortaggio può essere poi usato per una successiva (detta seconda) cottura. Le melanzane, ad esempio, una volta esposte al sole, perdono il loro caratteristico liquido e nella successiva preparazione avranno bisogno di meno olio, poiché ne assorbiranno di meno, risultando quindi più leggere. I pomodori “secchi” possono essere conditi con aglio, olio, capperi e peperoncino, conservati in barattolo, per poi essere gustati tutto l’anno. Stessa sorte può essere riservata alle zucchine, ma se le tagliamo finemente possiamo preparare una gustosa insalata green da mangiare subito. Dopo averle essiccate al sole condiamo le fettine con olio, sale, prezzemolo, aglio, abbondante aceto, peperoncino e qualche foglia di menta. Avremo un piatto fresco, leggero e quindi ottimo per l’estate.

Forno solare
Uno strumento che sfrutta l’energia dei raggi è il forno solare. Per forno solare si intende un dispositivo in grado di concentrare la luce del sole ed utilizzarla per fini alimentari: dalla cottura di piatti semplici o elaborati, fino alla sterilizzazione dell’acqua allo scopo di renderla potabile. Il cibo viene cotto senza combustibile fossile e senza sprigionare fumo grazie ad un concentratore solare a parabola che riflette i potenti raggi solari sulla pentola generando 220 °C, e anche oltre. Si può cucinare qualsiasi alimento: pasta, verdura e ortaggi, carne, pesce, uova, dolci, pizza, pane, polenta, caffè. I cibi conservano il loro sapore naturale, e non ci sono esalazioni.

Attenzione alla salute
La cottura al sole, è ecologica ed economica, ma bisogna fare attenzione a tempi e modi di preparazione dei cibi. In realtà, qualunque sia la procedura ed il metodo in cui il cibo viene cucinato,la sicurezza alimentare richiede la stretta osservanza di rigide specifiche e condizioni. Nei cibi cucinati a temperature comprese tra i 10 e i 52° C possono proliferare numerosi batteri. Questa gamma di temperature è nota infatti come area di pericolo. Microbiologi ed esperti alimentari per prevenire l’avvelenamento dei cibi, suggeriscono vivamente di mantenere gli alimenti a temperature inferiori a quelle indicate. Queste precauzioni restano invariate qualunque sia il metodo di cottura: gas, elettricità, microonde, fuoco di legna o riscaldamento solare e sia che il cibo venga cotto, lessato, bollito o in qualsiasi altro metodo. Nel cibo cucinato a temperatura ambiente esiste la possibilità di formazione del Bacillus Cereus, il maggiore responsabile dei malanni intestinali. Ancora più pericoloso, se i cibi non vengono correttamente cucinati, è lo sviluppo della Salmonella o dell’avvelenamento dal mortale Botulino. Per il cibo rimasto per tre o quattro ore nella zona di rischio, qualora anche riscaldato durante la cottura, persiste un rischio di avvelenamento del cibo indipendentemente dalla cottura con energia solare o con qualsiasi altro procedimento.

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