Covid: giù i contagi. Costa: “Vaccino sarà richiamo annuale”

La pandemia spaventa di meno. Ma il governo non vuole privarsi dell'opzione "vaccino di richiamo" a ottobre per evitare brutte sorprese come in passato. È questa la sintesi che le ultime 24 ore regalano sul fronte Covid.

Foto LaPresse Nella foto: Andrea Costa

MILANO – La pandemia spaventa di meno. Ma il governo non vuole privarsi dell’opzione “vaccino di richiamo” a ottobre per evitare brutte sorprese come in passato. È questa la sintesi che le ultime 24 ore regalano sul fronte Covid. Contagi bassi a 7.353 casi nelle ultime 24 ore – informa il ministero della Salute nel bollettino giornaliero -, positivi al virus che calano ancora di 13.187 unità a poco meno di 700mila cittadini attualmente contagiati. E con il tasso di positività ai tamponi – in totale 80.177 quelli processati fra antigenici e molecolari – che scende sotto la doppia cifra al 9,4%. In calo di un punto rispetto a ieri e di 5-6 punti rispetto solo a una decina di giorni fa.

Ancora 62 sono i decessi e con i ricoveri ordinari che aumentano (+47) mentre diminuisce l’occupazione delle terapie intensive (-5). Numeri che fanno sperare per l’uscita definitiva dalla pandemia, di fronte ai quali il governo rimane però fermo sulla propria linea d’azione evitando fughe in avanti verso quella che è, dopo due anni di esperienza, la vera incognita: l’autunno. “A ottobre avremo un vaccino aggiornato, credo che andiamo verso un richiamo annuale del vaccino e che questa sarà la strada”. Parla chiaro il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ai microfoni del Tg2 Italia: “Quarta, quinta, sesta dose – dice – rischiamo di fare confusione e veicolare il messaggio sbagliato. Chi fa il vaccino contro l’influenza da 20 anni, non è alla ventesima dose. È un vaccino annuale”.

Per il sottosegretario ligure il rischio è che parlando di ulteriori dosi, e non di una campagna di richiami strutturata o di vaccino annuale, si faccia passare “il messaggio che il vaccino non protegge” quando “non è così” afferma perentorio. Anche “dal punto di vista comunicativo, i cittadini capirebbero meglio”. Comunicazione a parte, la strada dall’Esecutivo sembra comunque tracciata in direzione della prudenza. La stessa prudenza di cui Costa parla in relazione agli altri temi caldi della salute italiana: dal vaiolo delle scimmie, dove “la situazione deve essere attenzionata, monitorata” ma “non si può parlare di una nuova emergenza”, fino alla peste suina che per il sottosegretario è addirittura una doppia emergenza: “Una è legata alla peste suina, l’altra alla presenza di troppi cinghiali che hanno modificato l’equilibrio ambientale, motivo per il quale occorre procedere con il depopolamento”. “I cinghiali – chiude – arrecano danni per 20milioni al comparto agricolo e assistiamo anche ad aggressioni ai cittadini”.

di Francesco Floris

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