Covid, Onu: indice di sviluppo in calo. Tornati indietro di 5 anni

L'Onu (AP Photo/Mary Altaffer)

ROMA – “Il Covid ha riportato il pianeta indietro di 5 anni”. Lo dice un rapporto delle Nazioni Unite che evidenzia come, causa la pandemia e altre crisi l’Indice di Sviluppo Umano, un indicatore dei livelli di istruzione e degli standard e delle aspettative di vita dei Paesi sia retrocesso per due anni consecutivi riportando i livelli all’anno 2016. Sarebbe infatti la prima volta, secondo il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite da quando è stata attuato, diminuito per due anni di fila (2020/ 2021) cancellando i guadagni dei cinque anni precedenti. L’inversione di tendenza – spiegano gli esperti – è quasi universale: oltre il 90% dei Paesi ha registrato un calo nel punteggio dell’Indice di sviluppo umano nel 2020 o nel 2021 e più del 40% è diminuito in entrambi gli anni, a dimostrazione del fatto che per molti la crisi si sta ancora aggravando”

Non ci sarà ondata ad autunno

Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa “oggi non c’è alcun elemento obiettivo che faccia pensare a scenari apocalittici. L’esperienza maturata in questi due anni consente al governo di intervenire se necessario” E ha aggiunto: “Passando alla fase di convivenza con il virus, bisogna ora dare meno importanza al numero dei contagi e concentrarsi su quello dei ricoveri, che sono in continua discesa. Nei mesi scorsi gli ospedali hanno saputo fronteggiare la risalita dei casi. I ricoveri sono aumentati pur senza mandare più in affanno gli ospedali. L’obiettivo era e resta quello di garantire l’attività ordinaria”. E il prossimo 30 settembre scade l’obbligo delle Ffp2 su bus, metro e treni. “Sono tra quelli – ha concluso il sottosegretario – che crede si possano togliere. Vedremo quale sarà la sintesi”

Fare quarta dose

Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta “considerato che Omicron BA.1 non circola più in Italia e che i vaccini aggiornati a BA.4 e BA.5 sono in dirittura di arrivo, il ruolo di questo primo vaccino aggiornato sembra marginale, anche perché non disponiamo di prove di efficacia sull’infezione e, soprattutto, sulla malattia grave. Quello che è davvero importante per over 60 e fragili – ha aggiunto – è fare al più presto la quarta dose con qualunque vaccino disponibile, senza attendere ulteriormente. La popolazione generale che deve completare il ciclo primario con la terza dose può optare per il vaccino ‘tradizionale’, per quello aggiornato a BA.1, oppure attendere quello sviluppato per BA.4 e BA.5, la cui approvazione Ema è prevista per metà settembre”.

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