Crisi governo, centrodestra si sfila e si riappacifica con Meloni. Caos in FI, Gelmini lascia

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna

MILANO – Passa la linea Salvini e il centrodestra di governo si riappacifica (forse) anche con Meloni. Forza Italia e Lega fanno asse e non votano la fiducia al governo Draghi al Senato, contribuendo al precipitare della crisi con tutti gli annessi e i connessi, a partire dall’effetto domino in FI con la ministra Mariastella Gelmini che lascia il partito, perché “ha voltato le spalle agli italiani”. Il voto, quindi, sempre più vicino.

Una prospettiva che non può che far piacere anche a Giorgia Meloni. Che torna a sentire il leader della Lega, Matteo Salvini, con “ripetuti contatti” in queste ore e parla anche con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dopo il voto al Senato. Insomma, il centrodestra sembra ritrovare una sintonia, almeno all’apparenza, dopo che il cerino di questa crisi estiva è passato quasi magicamente dalle mani del leader del M5S, Giuseppe Conte, al centrodestra di governo a trazione salviniana, che dopo ore e ore di vertice ha finito per convincere anche il Cavaliere.

C’è da dire che le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, pronunciate al Senato non erano state gradite. Temi come la flat tax, la pace fiscale e l’immigrazione, ad esempio, non sono stati toccati e quella tiratina d’orecchie dell’ex capo della Bce sulle proteste dei tassisti è andata di traverso ai commensali a Villa Grande, residenza romana di Berlusconi sede di un ennesimo vertice. Ha fatto “figli e figliastri”, sbotta Stefano Candiani durante le dichiarazioni di voto.

“Spero che tenga conto anche di noi nella replica”, l’appello dell’azzurro Maurizio Gasparri che cade sostanzialmente nel vuoto. Sta di fatto che la decisione del premier di portare al voto la risoluzione Casini e non quella di centrodestra, limata dopo la prima versione a firma solo Lega, che sembrava essere un preludio all’appoggio esterno al governo di Draghi, segna la rottura definitiva. Dopo che Lega e FI, con Udc e Noi con l’Italia, hanno più volte presentato un aut aut: nuovo governo senza M5S o voto.

Le parole di Salvini, in serata, nel corso della riunione con i parlamentari leghisti alla Camera, sono tranchant: “Draghi e l’Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5Stelle e dei giochini di potere del Pd”, che “ha fatto saltare tutto. Speriamo che questo sia l’ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona”. Dal canto suo, Meloni dice sorniona: “Gli unici governi che funzionano sono quelli che hanno una maggioranza coesa con una visione condivisa. Questo è quello che abbiamo sempre rivendicato e purtroppo la storia ci ha dato ragione”. E in Forza Italia scoppia un putiferio.

“Una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”, le parole di Gelmini, che decide di lasciare il partito.

Dopo uno scambio di battute al vetriolo tra la ministra e Licia Ronzulli, fra le protagoniste del pressing sul Cav per la svolta sovranista, tra cui non corre buon sangue. Le due si sono incrociate tra i corridoi del Senato. Gelmini, dialogando con il senatore Massimo Ferro, rilevava che con la risoluzione di centrodestra si faceva cadere il governo. Ronzulli, avrebbe commentato ad alta voce “prenditi uno Xanax”. Insomma, un clima rovente in una giornata trascorsa sull’ottovolante.(LaPresse)

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