Il sollievo politico batte l’ansia dei dazi, dei mercati e dello spread

Il nuovo Governo spazza via lo spauracchio spread, anche se non è ancora finita

LP / AFP PHOTO / Kazuhiro NOGI

di Marco Valsecchi

MILANO (LaPresse) – Più potè il sollievo per la conclusione delle crisi politiche che il timore per una guerra commerciale che sembra sempre più alle porte. Un discorso, da applicarsi rigorosamente ai mercati finanziari, che vale per l’Italia ma anche per il resto d’Europa. Un po’ per riflesso, un po’ perché le turbolenze non hanno riguardato solo il nostro governo, ma anche quello altrui. Non a caso, a chiudere la seduta di Borsa col risultato migliore – tra i principali listini continentali – è stato l’Ibex di Madrid, con un progresso dell’1,76% a 9.632,40 punti che ha fatto seguito alla sfiducia data dal parlamento al premier Mariano Rajoy, sostitutito dal rivale socialista Pedro Sanchez.

La piazza madrilena ha superato nel finale proprio Milano

Il Ftse Mib si è “limitato” a un recupero dell’1,49% a 22.190,55 punti, facendo comunque meglio di Francoforte (Dax a +0,95%), Parigi (Cac40 a +1,24%) e Londra (Ftse 100 a +0,31%). Il tutto, nel giorno del giuramento dei nuovi ministri che vanno a formare l’esecutivo capitanato da Giuseppe Conte. A prendere fiato, per la gioia degli italiani e in particolare del comparto bancario, è anche lo spread, tornato in area 230 punti dalle vette ben più elevate delle ultime sessioni.

Uno scenario rassicurante

Se non fosse per le potenziali criticità che alcuni analisti mettono in luce anche in questo passaggio. “Le Borse globali potrebbero non essere ancora del tutto fuori dai guai”, ammonisce Michael Arone, chief investment strategist di State Street Global Advisor. “A inizio settimana abbiamo assistito ad un incremento del panico sui mercati”.

Ciò era “legato ai timori che un possibile ritorno alle urne a fine estate si trasformasse in un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’eurozona”. Queste le sue parole e sottolinea però che “forse è ancora prematuro affermare che questo rischio sia effettivamente venuto meno”. Questo perché “i programmi politici del Movimento 5 Stelle e della Lega aggraveranno la già difficile situazione debitoria del Paese”.

Non che le vicende italiche siano le sole a poter generare apprensione.

A tenere alta la tensione sono anche le dispute internazionali. In particolare l’imposizione di dazi su acciaio e alluminio anche a Unione europea, Messico e Canada. Imposizione annunciata dagli Stati Uniti.

“Mentre i mercati hanno reagito in modo eccessivo al caos italiano un paio di giorni fa, mi colpisce il fatto che potrebbero non aver reagito a sufficienza a questa schermaglia commerciale che si sta trasformando in una guerra”, spiega all’agenzia francese AFP il chief market strategist di AxiTrader, Greg McKenna, “la mia ipotesi è che molti trader e investitori la considerino un’altra tattica negoziale dell’amministrazione Trump. Se lo fosse, buon per i mercati. E anche per il commercio globale, naturalmente.

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