Energia 100% rinnovabile, ecco come

Lo studio commissionato da Greenpeace, Legambiente e Wwf per decarbonizzare il sistema elettrico del Paese al 2035. Impianti efficienti, incremento delle fonti ‘pulite’ e stop incentivi ai fossili

NAPOLI – Un Paese alimentato al 100% da energia rinnovabile, Sembrerebbe un’utopia, invece la conversione green dell’Italia entro il 2035 è possibile. Lo evidenzia uno studio commissionato da Greenpeace, Legambiente e Wwf e realizzato dal think tank ECCO e Artelys, sullo scenario di decarbonizzazione del sistema elettrico al 2035. L’obiettivo dell’analisi è mostrare quali caratteristiche un sistema elettrico sostanzialmente decarbonizzato dovrà avere nel 2030 e nel 2035 in termini di tecnologie produttive, tecnologie abilitanti e politiche abilitanti contestualizzate rispetto alle norme dell’energia italiane.

Emissioni zero
Nel maggio 2022, sotto la presidenza tedesca, i paesi G7 hanno sottoscritto l’impegno per un settore elettrico in massima parte decarbonizzato entro il 2035 Impegno che il 27 maggio 2023 è stato ulteriormente rafforzato. Ottenere emissioni zero al 2035 nei sistemi elettrici per i Paesi a economia avanzata è anche una delle tappe dello scenario 1,5 °C della Iea, coerente con il contenimento del riscaldamento globale entro 1,5 °C. Sebbene i consumi elettrici siano solo una parte di quelli energetici complessivi, la decarbonizzazione delle forniture di elettricità accelera la decarbonizzazione di tutti i settori destinati all’elettrificazione dei consumi o all’uso di idrogeno in processi chimici o termici. Tra questi infatti troviamo la climatizzazione anche invernale (dalle caldaie alle pompe di calore), i trasporti (dai motori endotermici alimentati da fossili a quelli elettrici), alcuni settori dell’industria energivora (acciaio secondario già oggi in Italia perlopiù prodotto con forni elettrici, acciaio primario che dovrà sostituire il carbone con idrogeno verde).

Sistema elettrico futuro
Alla luce degli obiettivi e dei vincoli lo studio ha restituito un sistema elettrico con una serie di caratteristiche. In primo luogo serve un cambio di passo decisivo rispetto alle installazioni attuali annue di impianti di generazione elettrica rinnovabile (circa 8 volte di più), per arrivare al 2035 a circa 250 GW di capacità installata (circa 160 nel 2030), per quasi 450 TWh di produzione nazionale, quasi 350 nel 2030). Per raggiungere l’obiettivo 2035, al 2030 servono oltre 90 GW in più di capacità di generazione rinnovabile rispetto all’installato attuale. La flessibilità avrà un ruolo decisivo su diverse scale temporali (giornaliera, settimanale, stagionale) e richiederà un mix di tecnologie che include flessibilità della domanda, accumuli ed elettrolizzatori oltre che
import. Il contributo della generazione a gas nel 2035 sarà pressoché nullo (70 TWh invece nel 2030), ma alcuni impianti di generazione termici saranno ancora usati con alimentazione a idrogeno e biogas. Il grado di affidamento all’import è decisivo in termini di necessità di capacità di generazione. Aumentando il vincolo di import netto da 40 a 60 TWh, la produzione fotovoltaica passa da 234 a 187 TWh.

Che fare
Affinché il sistema elettrico decarbonizzato al 2035 sia fattibile al costo più basso possibile, saranno necessarie alcune politiche abilitanti. La coerenza del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) con gli obiettivi di decarbonizzazione e incremento rinnovabili e loro monitoraggio, interventi nel processo autorizzativo degli impianti rinnovabili e delle infrastrutture abilitanti, l’applicazione del nuovo dispacciamento elettrico con integrazione di tutte le fonti di flessibilità (incluse demand response tramite aggregatori e fonti rinnovabili non programmabili), la facilitazione della diffusione dei contratti di lungo termine di commercializzazione dell’energia di nuovi impianti rinnovabili, l’abilitazione dell’efficienza energetica e della demand response dei consumatori (industriali, commerciali, domestici) attraverso prezzi dinamici e segnali coerenti in bolletta che includono l’eliminazione di sussidi alle energie fossili, l’ aggiornamento del sistema di incentivi ai gestori di rete al fine di valorizzare le risorse di flessibilità distribuite e di responsabilizzare i distributori, l’eliminazione degli investimenti nel sistema elettrico incoerenti con la decarbonizzazione.

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