Facebook: Meta patteggia in causa su scandalo Cambridge Analytica

I termini dell'accordo raggiunto da Meta Platforms, la holding di Facebook e Instagram, non sono stati resi noti nei documenti del tribunale depositati venerdì scorso

Facebook (AP Photo/Richard Drew, File)

SAN FRANCISCO – La società madre di Facebook ha raggiunto un accordo provvisorio in una causa in cui si sostiene che il più grande servizio di social network al mondo ha permesso che le informazioni personali di milioni di utenti venissero date in pasto a Cambridge Analytica, una società che ha sostenuto la vittoriosa campagna presidenziale di Donald Trump nel 2016.

I termini dell’accordo raggiunto da Meta Platforms, la holding di Facebook e Instagram, non sono stati resi noti nei documenti del tribunale depositati venerdì scorso. Il deposito presso il tribunale federale di San Francisco ha richiesto una sospensione di 60 giorni dell’azione legale in attesa che gli avvocati finalizzino l’accordo. Questa tempistica suggerisce che ulteriori dettagli potrebbero essere resi noti entro la fine di ottobre. L’accordo è stato raggiunto poche settimane prima della scadenza del 20 settembre, quando l’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, e il suo direttore operativo di lunga data, Sheryl Sandberg, dovevano sottoporsi alle deposizioni durante le fasi finali della raccolta di prove pre-processuali, secondo i documenti del tribunale.

Zuckerberg, che ha fondato Facebook nel 2004 quando era uno studente dell’Università di Harvard, avrebbe potuto deporre per un massimo di sei ore. Sandberg, che si sta dimettendo da direttore operativo dopo 14 anni di attività, avrebbe potuto essere interrogata per un massimo di cinque ore. Il caso è nato dalle rivelazioni del 2018 secondo cui Cambridge Analytica, un’azienda legata allo stratega politico di Trump Stephen Bannon, aveva pagato uno sviluppatore di app di Facebook per accedere alle informazioni personali di circa 87 milioni di utenti di Facebook. Questi dati sono stati poi utilizzati per colpire gli elettori statunitensi durante la campagna elettorale del 2016, culminata con l’elezione di Trump a 45° presidente.

Il clamore suscitato ha portato Zuckerberg a essere messo sotto torchio dai legislatori nel corso di un’audizione di alto profilo al Congresso e a invitare le persone a cancellare i propri account Facebook. Anche se la crescita di Facebook si è arrestata perché sempre più persone si connettono e si intrattengono su servizi rivali come TikTok, il social network vanta ancora circa 2 miliardi di utenti in tutto il mondo, di cui quasi 200 milioni negli Stati Uniti e in Canada. L’azione legale, che ha cercato di essere certificata come class action in rappresentanza degli utenti di Facebook, ha affermato che la violazione della privacy ha dimostrato che Facebook è un “intermediario di dati e una società di sorveglianza”, oltre che un social network.

LaPresse

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